Estorsioni a imprenditori, arresto bis per tre “bidognettiani”

di Redazione

 Casal di Principe. Gli agenti della squadra mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Alessandro Tocco, e della sezione distaccata di Casal di Principe, diretta dal vicequestore Mario Grassia, …

… hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio del gip di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, sostituto procuratore Alessandro D’Alessio, in relazione al reato di tentata estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa, nei confronti di Dionigi Pacifico, 52 anni, di Casal di Principe; Luigi Bianchi, 27 anni, di Frignano; Giuseppe Basco, di San Cipriano d’Aversa, tutti già detenuti.

Per gli stessi fatti, i primi due erano già stati arrestati dalla squadra mobile il 5 settembre scorso in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Procura antimafia partenopea, mentre Basco risultò solo indagato in quanto già detenuto, essendo stato arrestato in precedenza dalla mobile per un diverso tentativo di estorsione.

In sede di convalida della misura pre-cautelare, il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere si dichiarava funzionalmente incompetente, attesa la metodologia mafiosa delle condotte criminose, rimettendo gli atti alla Procura antimafia che reiterava la richiesta di misura cautelare in carcere al gip di Napoli che la accoglieva integralmente, estendendola a Basco. In particolare, le indagini avevano svelato il tentativo di estorsione posto in essere dagli arrestati in danno di due imprenditori, padre e figlio, titolari di una società di costruzioni edili impegnata nella realizzazione di 90 alloggi di edilizia a canone sostenibile a Cancello e Arnone.

Secondo quanto appurato, Pacifico, presentandosi a nome del clan dei casalesi-gruppo Bidognetti, rivolgeva ai citati imprenditori, titolari anche di un caseificio, la richiesta di una imprecisata somma di denaro da destinare ai bisogni dei carcerati dell’organizzazione camorrista.

Nonostante l’iniziale rifiuto delle vittime, che avevano eccepito che il complesso immobiliare non era stato ancora realizzato e, quindi, che nessun appartamento era stato ancora venduto, Pacifico, accompagnato da Bianchi e da Basco, tra luglio ed agosto scorsi, aveva insistito nella pretesa del pagamento del pizzo, in coincidenza della canonica scadenza di ferragosto. I poliziotti, anche attraverso servizi di intercettazione ambientale, ricostruivano nei dettagli le fasi dell’attività delittuosa, dalla spasmodica ricerca delle vittime, ai sopralluoghi presso la loro azienda, oltre che rilevare la protervia manifestata dagli affiliati.

Tra i destinatari spicca la figura di Pacifico, che negli ultimi tempi aveva assunto la guida della fazione Bidognetti, gestendone in particolare le attività estorsive sul territorio. Lo stesso annovera gravi precedenti per tentato omicidio, delitti inerenti le armi ed altri reati associativi e risulta condannato nell’ambito del processo ‘Spartacus’ e, inoltre, é legato da vicoli familiari al boss Nunzio De Falco, attualmente detenuto, i cui fratelli Vincenzo e Giuseppe, negli anni ‘90, furono assassinati nel corso della sanguinosa faida con il gruppo vincente Schiavone-Bidognetti.

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