Kiev. Sull’Ucraina soffia finalmente un timido vento di pace: alla vigilia del vertice Nato che si apre giovedì mattina a Newport, in Galles, Kiev ha annunciato un cessate il fuoco permanente” nell’est del Paese dopo una telefonata tra Petro Poroshenko e Vladimir Putin.
Successivamente il Cremlino ha precisato che la Russia non poteva raggiungere alcun accordo, non essendo parte in causa del conflitto Putin però ha ammesso che i punti di vista “sono molto vicini” e che un accordo tra Kiev e i separatisti filo-russi potrebbe essere raggiunto entro venerdì, a patto che l’esercito ucraino fermi le operazioni. Il capo del Cremlino ha auspicato scambi di prigionieri, la creazione di un corridoio umanitario e l’invio di aiuti, oltre all’arrivo sul terreno di osservatori internazionali.
Tra le condizioni ritenute necessarie da Putin, il ritiro delle truppe ucraine dal sud-est, la cessazione delle azioni militari dei ribelli, l’esclusione dell’uso dell’aviazione contro i civili, il pieno e oggettivo controllo internazionale del cessate del fuoco, scambio di prigionieri. Il sito della presidenza ucraina ha successivamente modificato l’annuncio sul sito, sostituendo l’espressione “cessate il fuoco permanente” con “regime di cessate il fuoco”.
Non solo. Il premier ucraino Iatseniuk ha annunciato al consiglio dei ministri un non meglio precisato ‘Progetto Muro’ per “costruire una vera frontiera con la Russia”, Paese quest’ultimo che a suo avviso dovrebbe essere indicato come “aggressore” nella nuova dottrina di difesa ucraina.
A tenere alta la pressione su Mosca è arrivato intanto a Tallin, in Estonia, il presidente americano Barack Obama che conferma così il suo impegno al fianco dei paesi baltici. “Sull’Ucraina, speriamo in una soluzione politica”, ha detto, precisando che è troppo presto per dare un parere sul cessate il fuoco annunciato da Mosca e Kiev. La Nato – ha poi aggiunto Obama – deve mandare un “inequivocabile” messaggio di sostegno all’Ucraina.
Intanto, la Commissione Ue ha esaminato e varato il documento contenente le proposte per nuove sanzioni contro la Russia. A renderlo noto è stata la stessa Commissione precisando che il testo è ora all’esame degli ambasciatori dei 28 Paesi Ue (Coreper) a cui spetterà la decisione finale.
Qualche ora prima in un’intervista radiofonica, alla vigilia del vertice Nato in Galles, il premier Renzi ha però voluto gettare acqua sul fuoco. “Non siamo alla guerra fredda, non siamo allo scontro di civilta”, ha affermato Renzi, che ha riconosciuto che “siamo in un momento molto difficile e l’Italia deve fare la sua parte”. “Spero che sul teatro ucraino possa tornare la pace. Il mondo ha bisogno che la Russia svolga il suo ruolo, come in passato, nell’aiutare a risolvere le crisi”.