Bergamo. Otto ragazzi sono stati arrestati all’alba di martedì per avere spacciato marijuana ai loro coetanei a scuola o nelle vicinanze.
L’indagine è partita in novembre dopo la segnalazione di alcuni genitori che trovavano messaggi sospetti o addirittura minacce sulle pagine Facebook dei loro figli.
Spacciavano marijuana fuori e dentro le scuole, con un occhio ai problemi ‘finanziari’ dei loro giovani clienti: se la paghetta settimanale era già esaurita, la canna si poteva acquistare a credito.
Era questo il giro d’affari degli otto minorenni, tutti tra i 16 e i 17 anni salvo un 18enne per la maggior parte studenti di scuola superiore. Il volume d’affari era notevole: oltre 300 sono stati gli scambi accertati dai carabinieri nei sei mesi di indagine.
I ragazzi concordavano telefonicamente o via social network un appuntamento con i clienti, per lo più loro coetanei, e attraverso parole in codice (la droga era chiamata ‘dorella’ o tè verde) stabilivano luogo dell’incontro e quantità della merce. Lo spaccio avveniva anche nei dintorni o addirittura all’interno degli istituti superiori della città che i ragazzi frequentavano.
Se però i soldi non bastavano, si poteva acquistare la sostanza ‘segnando sul conto’ per saldare poi, esattamente come fanno le casalinghe dal salumiere quando faticano ad arrivare a fine mese. Un sistema che i ragazzi definivano ‘prevendita’. Ma guai a ritardare con i pagamenti: i militari hanno infatti intercettato diverse minacce telefoniche e via sms rivolte a debitori insolventi.