Roma. Dopo lultimatum lanciato su a lex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, la ballerina Domnica Cemortan racconta la sua verità al settimanale Oggi, in edicola mercoledì.
La ballerina moldava sostiene che la notte del naufragio, mentre migliaia di persone si accalcavano ai ponti più bassi della nave per saltare sulle scialuppe di salvataggio, lei, il comandante Schettino e il maitre Ciro Onorato, si mossero in direzione opposta.
Salimmo al ponte 11, e anche se Schettino sostiene di esserci andato per controllare la dritta della nave io dico – sostiene la moldava – che eravamo lì ad aspettare un elicottero che portasse via tutti e tre. O forse solo qualcuno di noi.
Mentre a bordo si scatenava linferno e decine di persone perdevano la vita, veniva predisposta unuscita rapida e indolore per pochi privilegiati.
Su quella gita notturna in cima alla nave Domnica non ha dubbi. Subito dopo limpatto, ricorda, Schettino si fece raggiungere in plancia da Ciro Onorato, maitre di bordo, che non dimentichiamolo, è fratello di Gianni, che allepoca era direttore generale di Costa Crociere. Schettino era sempre al telefono. Parlava con qualcuno, ma non capivo cosa dicesse. Dopo aver dato lordine di abbandonare la nave, chiese a me e a Ciro di seguirlo sul ponte 11. Sinceramente non capivo. Perché andare lassù?.
Schettino? Ad un tratto disse: Ma qui non si vede nessuno. Quando arrivarono in cima ed uscirono allaperto Domnica cominciò a farsi unidea più precisa. Nessuno parlò dellarrivo di un elicottero, dice, ma mentre eravamo lì, il comandante aveva unaria impaziente, continuava a guardarsi in giro, come se aspettasse qualcosa. A un certo punto disse: Ma qui non ci vede nessuno!.
Il riferimento mi è sembrato inequivocabile. Chi mai doveva vederci di notte in cima alla nave? Da sotto nessuno ci poteva vedere. Evidentemente era dallalto che dovevamo renderci visibili. Pi racconta che tutti e tre tornarono giù ai ponti inferiori per un cambio di programma.