Roma. Una crescita del Pil attorno allo zero a fine 2014, probabili nuovi tagli alle tasse nella legge di stabilità che sarà varata a metà ottobre.
Sono questi due dei punti affrontati da Matteo Renzi nel corso della registrazione di una puntata di Porta a Porta in cui ha anche escluso che in breve tempo il bonus degli 80 euro possa venire allargato anche a pensionati e partite Iva.
“Per il Pil non sono ottimista – ha ammesso Renzi – balliamo intorno allo zero e questo non è sufficiente per ripartire. Nel 2014 i dati non saranno buoni. L’anno prossimo cresciamo, a patto di mettere le risorse di Draghi in cose concrete come la scuola e le infrastrutture”.
E a proposito di Draghi, Renzi ha ricordato come la Bce abbia messo a disposizione delle banche 200 miliardi di euro. Fondi, sostiene Renzi che “vanno dati agli imprenditori e non per prendere soldi a meno dell’1 per cento e poi fare lavoro sui titoli di stato senza rischi. E’ un passaggio importante che potrebbe fare la svolta della politica monetaria europea”.
Il presidente del Consiglio ha anche annunciato che la Legge di Stabilità, che il governo si prepara a varare a metà ottobre, conterrà un nuovo taglio delle tasse sul lavoro. “Il nostro obiettivo con la Legge di Stabilità 2015 è avere un’altra riduzione delle tasse sul lavoro”, ha risposto Renzi a una domanda.
Per quanto riguarda invece il bonus degli ottanta euro, Renzi ha spiegato come il governo sia consapevole che anche i pensionati a basso reddito e le partite Iva dovrebbero beneficiarne, ma al momento non ci sono le condizioni per ampliare la platea. A chi accusa il governo di non essere riuscito con questo intervento ad aumentare i consumi, il premier ha detto che “non era una strategia finalizzata solo a rilanciare i consumi ma un fatto di giustizia sociale. “Spero che a Natale ci siano un po’ più di spese”, ha concluso.
Il premier ha quindi auspicato che i cosiddetti mille giorni servano “per smettere con la cultura del piagnisteo, per riportare l’Italia a rifare l’Italia. Da troppo tempo siamo vittime e responsabili del clima di rassegnazione, ci siamo avvitati. Noi dobbiamo fare in modo che la gente smetta di avere preoccupazione sul futuro dell’Italia”. E a chi lo critica per il suo stile, Renzi dice che preferisce “correre il rischio di essere considerato arrogante che arreso, noi l’Italia la cambiamo costi quel che costi”.