Ruby bis, Lele Mora: “Ad Arcore amanti non prostitute”

di Mena Grimaldi

 Milano. “Sono due processi totalmente diversi, anche se il fine è uno solo, ma sono contento per l’assoluzione di Berlusconi, la trovo una cosa giusta, perchè ognuno a casa sua può fare quello che preferisce”.

Si è aperto giovedì mattina a Milano con le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti da Lele Mora il processo di secondo grado a suo carico, Nicole Minetti ed Emilio Fede.

Mora si è soffermato a parlare con i giornalisti dell’assoluzione di Silvio Berlusconi nell’altro processo che prende il nome dalle rivelazioni della giovane marocchina. “Arcore – ha aggiunto – non era una casa di tolleranza, quelle ragazze non erano prostitute ma al massimo amanti e un’amante al suo uomo può chiedere quello che vuole”.

Mora ha spiegato che tra un anno finirà il suo percorso di affidamento ai servizi sociali dopo il patteggiamento per la bancarotta della sua Lm Management.

“Ora lavoro nella società di pubblicità di mio figlio, faccio lo stagista in pratica – ha spiegato – e lui è il mio datore di lavoro e poi faccio molto più di due ore al giorno di lavori sociali nella comunità di don Mazzi e sono sereno”.

Nel processo d’appello, Fede sarà difeso dall’ex parlamentare del Pdl Maurizio Paniz: “Ormai la mia attività politica fate del passato. Io alla Consulta? Mi fa piacere che sia stato fatto il nome e che andrebbe bene a tutte le forze politiche, ma ho già detto di no, non ho nessuna intenzione di appendere la toga al chiodo”.

Paniz ha sottolineato che quello che vede imputato Fede è un “processo bellissimo ed è convinto che porterà all’assoluzione il giornalista”.

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