“No puzza”, migliaia in corteo: “Lasciateci respirare”

di Emma Zampella

 Teverola. Un corteo che segue i passi di cittadini che lottano per il proprio diritto alla salute e alla vita.

Perché la marcia che giovedì 11 settembre ha unito Carinaro, Gricignano e Teverola è stata all’insegna della protesta, in particolare, contro un’azienda, la Ecotransider, che sta mettendo a dura prova quel diritto costituzionalmente sancito.

Sono popolazioni, queste, che non vogliono affogare nei miasmi nauseabondi, la cui “fonte” è ritenuta, da più parti – autorità, associazione e cittadini – proprio l’azienda che si occupa dello smaltimento dell’umido, situata nell’area industriale dei tre comuni.

“Lasciateci respirare”, è il motto che si legge sugli striscioni. Siamo nella cosiddetta “Terra dei Fuochi” e parlare di cancro, rifiuti ed inquinamento ambientale è il pane quotidiano di comunità afflitte ma che, allo stesso tempo, non vogliono perdere la speranza di riprendersi il loro futuro. Si lotta per dare una prospettiva di vita migliore ai propri figli.

Al corteo – tenutosi nonostante il maltempo – circa duemila persone hanno deciso di gridare il loro dissenso. “La situazione è insostenibile. – raccontano i cittadini – La puzza, che si sente soprattutto di notte, ci toglie il respiro. Ci soffoca. E nelle serate calde e umide, poi, gli effetti delle esalazioni maleodoranti si raddoppiano”. “Svegliarsi con la nausea non è possibile. – racconta un giovane – Della denominazione di ‘Terra Felix’, che nei secoli ha contraddistinto le nostre terre, non rimane proprio nulla”.

 Tra le voci anche quelle dei bambini che, con tanto di mascherina sul volto, affrontano problemi di cui, in un contesto normale, almeno loro non dovrebbero preoccuparsi. Tre “fiumi umani”, partiti dai rispettivi territori, poi confluiti in un unico corteo all’altezza del ponte ferroviario di via Casignano, facendo tappa verso l’azienda sita vicino alla stazione ferroviaria.

Un’azienda che si definisce “competitiva e responsabile” nello smaltimento dei rifiuti, fondando la propria attività imprenditoriale sulla “semplificazione nelle procedure di smaltimento e la rapidità degli interventi, grazie a canali preferenziali presso impianti di trattamento finale, offrendo servizi globali per la protezione e la salvaguardia dell’ambiente, applicando precise procedure sul reimpiego, il riciclo, e il recupero dei materiali”. Tutte caratteristiche che forse si perdono nei processi di lavorazione e che non danno l’effetto sperato.

E non è un caso che i sindaci di Carinaro e Gricignano, rispettivamente Annamaria Dell’Aprovitola e Andrea Moretti, hanno revocato l’affidamento per il conferimento dei rifiuti alla Ecotransider. “Non potevamo, per coerenza, continuare a sversare i nostri rifiuti in quell’azienda e poi marciare per comunicare il nostro dissenso. L’amministrazione deve tutelare la salute dei propri cittadini. Quindi – aggiunge ancora il sindaco di Carinaro – anche noi ci siamo uniti per dire ‘no alla puzza’. Vogliamo riprenderci il nostro diritto alla salute”.

Ma c’è chi attribuisce le colpe anche alla politica, alle istituzioni che hanno marciato al fianco dei cittadini. “Di chi è la responsabilità? Chi ha permesso che quell’azienda arrivasse a questo punto? Chi l’ha voluta e chi le ha permesso lo smaltimento e il compostaggio dell’umido? Adesso tutti a lamentarsi: ma le permette ancora di svolgere la propria attività?”, commenta una donna, madre e nonna, preoccupata del destino dei suoi famigliari. “Se io sono qui – continua – non è per me. Ma per i miei nipoti, per le future generazioni che già subiscono gli effetti disastrosi di scelte politiche inopportune ed errate. Chi pagherà tutto ciò? Saranno loro a pagare”, conclude indicando quei piccoli volti coperti da una mascherina. A quelle domande il sindaco Moretti risponde sottolineando come la sua amministrazione sia già attiva affinchè la questione possa essere risolta al più presto. “Io ho già avuto qualche incontro con l’azienda – spiega il primo cittadino gricignanese – e ho detto tassativamente che non bisogna più fare la lavorazione dell’umido. Io credo che l’azienda non è adeguata per fare questo tipo di lavorazione. Oltretutto non è possibile far quel genere di lavorazione a pochi metri dalle abitazioni”. Poi, rivolto ai cittadini, Moretti assicura la chiusura dell’impianto laddove quello da lui definito “Ecomostro”, non metta fine alle azioni irregolari nella lavorazione, in particolar modo, dell’umido.

 Presente anche il sindaco di Teverola, Biagio Lusini, che ha spostato l’attenzione sulle responsabilità che dovrebbero assolvere enti come l’Asl e l’Arpac, a cui è affidato il controllo dell’azienda, sottolineando come i singoli comuni, da soli, possano fare ben poco.

Per l’europarlamentare Nicola Caputo il problema principale è la mancata capacità di gestione del problema rifiuti. “Se non ci decidiamo a stabilire come deve completarsi questo ciclo dei rifiuti – dice l’esponente del Pd, di Teverola – è chiaro che si verificano situazioni come quelle attuali. E’ necessario accertarsi circa il rispetto della normativa da parte di questa azienda e soprattutto implementare delle pratiche innovative che possano garantire il più possibile la salute dei cittadini”.

Chiedendo la collaborazione di tutte le istituzioni politiche, indipendentemente dal colore e dall’ideologia, le parole di Caputo fanno eco a quelle del consigliere regionale, Lucia Esposito, che ha sottolineato come gli strumenti ordinari non hanno funzionato: “Bisogna riportare il problema all’attenzione delle istituzioni che hanno competenza in materia. – afferma la consigliera del Pd – Nessuno di noi credo sia contrario agli impianti di trattamento dei rifiuti di cui questa regione ha bisogno. Ma ci aspettiamo dalle aziende che lo facciano nel migliore dei modi”. La Esposito ha chiesto, infatti, che sia verificato lo stato delle autorizzazioni concesse dalla Regione alla Ecotransider, chiamando in audizione l’azienda presso la Commissione Trasparenza della Regione Campania per chiarire qual è lo stato dell’attività e, soprattutto, quali sono, secondo la stessa azienda, le ragioni dei miasmi che si avvertono sul territorio”.

Intanto, c’è chi, tra i manifestanti, ha bussato alle porte dell’azienda, chiedendo di entrare e di avere delle risposte. Nessuno ha aperto.

A seguire la playlist (in aggiornamento) con tutti i video della manifestazione

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“No Puzza” – la playlist video

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