Cittadella Pip: i lavori, assegnati da due anni, non partono

di Livia Fattore

 Aversa. Dovrebbero essere 54 gli opifici da realizzare nell’ambito dei Pip (Piano insediamenti produttivi) ad Aversa, ossia la creazione di cittadelle degli artigiani con la presenza di opifici di medie dimensioni oltre che abitazioni per i singoli artigiani.

Ad Aversa, dopo venti anni di attese e polemiche, si è individuata l’area (quella della vecchia fiera settimanale in via Madre Teresa di Calcutta, oggi letteralmente ridotta in una discarica a cielo aperto a pochi metri da abitazioni, scuole e uffici pubblici tra cui i vigili del fuoco e la polizia municipale) e si sono registrati progetti, gare di appalto, assegnazioni per avere il nulla. In proposito la chicca più grossa è relativa ad un mutuo concesso nel 2002 dalla Cassa Depositi e Prestiti di 3 milioni 591 mila 441 euro concesso al Comune di Aversa per“costruzione, acquisizione, urbanizzazione dell’area in zona Pip”. Mutuo per il quale, a partire dal 2004 e sino al 2023, lo stesso Comune sta pagando e continuerà a pagare ratei per 120mila euro l’anno.

Il progetto prevedeva una vera e propri cittadella che avrebbe potuto fare anche da volano di sviluppo socio-economico per una delle zone periferiche più problematiche di Aversa. Prevista, infatti,la realizzazione di più di sessanta capannoni industriali, uffici, abitazioni di servizio, locali commerciali, parcheggi pubblici, verde, rete viaria, infrastrutture, servizi e sottoservizi, compresi locali comuni.

Il tutto a costo zero per l’ente pubblico,perché le opere, il cui importo complessivo sarebbe stato di circa 25 milioni di euro, era a carico della società che si sarebbe assicurato la gara. Quale suo corrispettivo, per trent’anni, avrebbe incamerato i proventi ricavati dalla vendita dei capannoni e dei lotti industriali che avrebbe realizzato, nonché i canoni di locazione relativi alla quota di immobili gestiti in diritto di superficie.

Nel febbraio del 2011 la gara fu anche espletata e assegnata in via definitiva all’unica ditta che aveva risposto al bando, la ditta “G&D Prefabbricati spa” di Castilenti, in provincia di Teramo. Da allora il silenzio più assordante, intervallato ogni tanto da proteste del responsabile zonale del Cna, Carlo Arpaia, che da “secoli” si batte per la realizzazione della cittadella.

Nell’ultimo periodo da segnalare sul tema un’interrogazione dei consiglieri comunali Michele Galluccio, Paolo Galluccio, Gianpaolo Dello Vicario, Augusto Bisceglia e Orlando De Cristofaro con la quale si chiede al sindaco Giuseppe Sagliocco di conoscere i motivi che hanno causato il mancato inizio dei lavori addirittura ad oltre due anni dall’assegnazione definitiva della gara.

Elia Barbato, assessore ai lavori pubblici, dopo aver evidenziato che il mutuo stipulato dal comune nel 2002- sia per acquistare quella parte dell’area della 167 di via Madre Teresa di Calcutta collegata allo spazio lasciato libero dalla fiera settimanale che non è di proprietà comunale, sia per realizzare le infrastrutture, che l’Ente sta restituendo pagando 97 mila euro all’anno fino al 2023 – non è gravato da interessi, essendo questi a carico della Regione. “I fondi – afferma l’assessore – sono conservati nelle casse comunali, pronti per essere impiegati appena il dirigente di settore, l’ingegnere Diana darà il via libera all’attivazione delle procedure d’appalto”. Tanto che l’amministrazione Sagliocco non ha inserito l’opera nel piano triennale delle opere pubbliche, considerandola praticamente già in corso di realizzazione. Intanto, l’immobilismo rimane.

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