Istituto ‘Cimarosa’, la preside Amodio: “Un orgoglio per la città”

di Redazione

 Aversa. Il 12 settembre scorso, all’Istituto comprensivo “Cimarosa – IV°Circolo Didattico” di Aversa, abbiamo assistito all’accoglienza dei bambini delle prime classi della scuola primaria.

Una mattinata densa di emozioni per gli alunni. Nei loro occhi una grande voglia di scoprire questo nuovo “mondo”. Ei genitori quasi più “preoccupati” dei loro figli.L’intero corpo docente ha affiancato la preside, dispensando tanti sorrisi e, con delicatezza, i piccoli alunni hanno “simbolicamente” lasciato le mani dei propri genitori afferrando quelle dei loro nuovi insegnanti, figure importanti per questi bambini, in quanto per cinque anni saranno proprio loro ad accompagnarli nella loro crescita.

Abbiamo voluto incontrare di nuovo la preside Cecilia Amodio,al suo ultimo anno alla guida dell’istituto -poi andràin congedo – e ascoltare dalla sua voce le impressioni su quella giornata dedicata all’accoglienza.

Il 12 settembre era il primo giorno di scuola e, a distanza di poche settimane, siamo qua per conoscere le Sue impressioni. “Per noi il primo giorno del nuovo anno scolastico è stato sempre dedicato all’accoglienza che, va detto, non dura solo un giorno, bensì cinque anni. Un percorso che ci accomuna e che unisce questi bimbi, ai quali sarà dedicata tutta la nostra attenzione per la loro formazione. Questa giornata la scuola la dedica soprattutto alla famiglia per una conoscenza diretta e personale, questo al di là dei libri e delle problematiche connesse”.

Preside, bella iniziativa questa, l’accoglienza degli alunni di prima elementare. Dopo tanti anni che Lei dirige questa scuola ricordiamo ancora il suo volto. Era molto emozionata. “Ogni anno per me è come se fosse il primo, la mia ansia è sempre stata quella di poter rispondere alle esigenze dei genitori e degli alunni e questo nonostante io abbia tanti anni di esperienza alle spalle. Cedo, anzi sono certa, che sarà sempre così. Questo non è un ‘mestiere’ ma una vera missione e deve essere svolta sempre come se fosse il primo giorno, con passione e amore”.

 Abbiamo notato che la scuola era pronta e ben preparata per accogliere tutti. “E’ vero, i genitori hanno trovato una scuola tirata a lucido, e non solo in questo plesso ma, sono sicura, in tutti gli altri plessi. E’ bello mostrare a tutti che, almeno su certi aspetti, abbiamo uno Stato che funziona. La nostra scuola è stata tra le prime che ha goduto dei fondi del governo Renzi per ‘#scuolebelle’. Fondi che sono stati immediatamente investiti per migliorare il nostro plesso. Accogliere gli alunni in scuole sicure dal punto di vista della normativa è importante, poi se sono pure belle e accoglienti è ancora meglio!”.

Lei dal 1987 che dirige questa scuola, ora si appresta a concludere la sua missione, dato che questo è il suo ultimo anno prima di andare in congedo. Cosa sente di dire a chi sta leggendo? “Innanzitutto, vivrò questo ultimo anno proprio come se fosse il primo. Stesso impegno. E questo perché lo meritano le famiglie, gli alunni e gli insegnanti. Aver lavorato per nove anni in Emilia Romagna e poi in questo contesto mi ha gratificato molto e sono davvero grata a tutti coloro che in questi anni mi sono stati affianco e collaborato con me. Ai genitori voglio dire di fidarsi, in questo plesso c’è un corpo docente di primissimo ordine sia della materna che delle elementari e la media, tutti fortemente motivati. Questi docenti sono una risorsa non solo per me e per la scuola ma per l’intera comunità. E’ bello poter affermare che la scuola è della città e che tutti vi partecipano attivamente”.

A distanza di un mese dal suo inizio, questo nuovo anno scolastico sarà uguale agli altri o pensa sarà diverso? “Sicuramente un anno è lungo. Dico questo anche perché abbiamo un programma scolastico impegnativo. Un lavoro intenso, senza dimenticare anche l’indirizzo musicale e con esso abbiamo aperto al territorio la conoscenza della musica ‘colta’, un tassello mancante. E’ un orgoglio avere, come scuola secondaria di primo grado, un’orchestra composta da ragazzini dagli undici ai tredici anni, in grado di suonare musiche colte e difficili, i quali lo scorso anno hanno eseguito pezzi di Iommelli e Cimarosa. Questo grazie ai loro docenti che li guidano con maestria e passione. Il futuro va costruito guardando a un ottimo presente”.

di Donato Liotto

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