Napoli. E stato il debutto dello spettacolo Annella di Portacapuana nelladattamento di Leopoldo Mastelloni da Gennaro Davino, venerdì 17 ottobre, alle ore 21, (in replica, dal venerdì alla domenica, fino al 9 novembre), ad alzare il sipario sulla stagione teatrale 2014/2015 del Teatro Sannazaro di Napoli.
Spettacolo simbolo della storica sala partenopea, scelto da Luisa Conte per la sua inaugurazione nel 1971, Annella di Portacapuana torna in scena, a distanza di tredici anni dalla sua ultima rappresentazione, in una veste completamente nuova.
Lara Sansone e Leopoldo Mastelloni, protagonisti insieme di tanti spettacoli, saranno coinvolti in un testo a loro particolarmente caro, da lui opportunamente riscritto. Mastelloni e la Compagnia del Teatro Sannazaro saranno protagonisti di una messa in scena originale, inconsueta, segno distintivo degli allestimenti di Lara Sansone, che ha ricreato, con arbitrio particolarmente felice, lambiente della commedia, coinvolgendo tutto il teatro (platea, palchi, loggione) e, naturalmente, il pubblico. Originale, particolarmente vivace e coinvolgente sarà la sezione musicale che impreziosisce e accompagna lo spettacolo.
Annella di Portacapuana – evidenzia Lara Sansone – appartiene ai miei ricordi di bambina. Era duso, infatti, al Teatro Sannazaro riproporre questo spettacolo ogni dieci anni, per ricordare la riapertura della storica Bomboniera di Chiaia, che ritornò al suo splendore proprio con il testo di Gennaro Davino, riscritto, in quella occasione, da Michele Prisco. Ho convinto Leopoldo a vestire ancora una volta gli abiti di questa madre, che trovo così vicina alle donne del nostro tempo, perchè incapace dinvecchiare.
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In questa riscrittura e adattamento, Mastelloni ha voluto analizzare i due personaggi femminili di Porzia ed Annella, molto soffocati dalle esigenze della scrittura dellepoca. Due donne a confronto, madre e figlia, vittime e carnefici di se stesse, in una società antica, che reprimeva, cercava di occultare, nascondere o cancellare ogni tipo di affermazione sociale e personale, costringendole a combattersi, anche ferocemente, per non soccombere di fronte al loro mondo di quartiere, Portacapuana appunto.
In un turbinio di vicende comiche, grottesche, romantiche e divertenti, Annella, donna, non più adolescente, con una giovinezza che è quasi sul fuggire e succube di una madre padrona, riesce a recuperare, oltre alla sua femminilità piena e gioiosa, anche un ruolo predominante come donna indipendente e volitiva. Lei, finalmente, decide, sceglie ed amministra con grazia ed ironia i suoi sentimenti damore.
La tradizione del Teatro Sannazaro conclude Lara Sansone – è quella di recuperare il teatro dei grandi autori della drammaturgia teatrale partenopea, con unattenzione particolare al pubblico giovane, affinchè possa, oltre a sentirne parlare, vedere ciclicamente in scena quel prezioso patrimonio teatrale della nostra tradizione.