Napoli. Dopo una bolla mediatica non sempre basata su un esame corretto, alimentata anche da un gruppo di soggetti, da blogger a oncologi più o meno seri, che hanno indicato dati senza rilevante valore scientifico, ora quella della Terra dei fuochi è una questione quasi scomparsa dall’ agenda nazionale.
A richiamare l’attenzione sul problema è il presidente dell’autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, a lungo magistrato a Napoli, che oggi alla Camera ha partecipato alla presentazione di un libro-inchiesta dal titolo Dentro la Terra dei Fuochi, scritto da due giornalisti del Mattino, Gerardo Ausiello e Leandro del Gaudio. Il volume, come ha ricordato il direttore del quotidiano Alessandro Barbano, è stato in prima battuta lanciato nelle edicole in accoppiata col giornale ed è andato a ruba ha detto Barbano. Segno dell’interesse che quest’argomento continua a suscitare nella gente.
Del resto sabato a Napoli una nutrita rosa di movimenti organizzerà una manifestazione. Il libro, come ha sottolineato Cantone, prende le mosse da un documento che è uno dei pochi dati certi: la perizia svolta per conto della procura dal geologo Giovanni Balestri nell’ambito di uno dei procedimenti penali aperto. Una perizia che indica nel 2064 la dead line oltre la quale il percolato inquinerà la falda acquifera, con il rischio quindi di un processo irreversibile. È urgente passare alle bonifiche – è l’appello lanciato da Cantone – e bisogna assicurare che non si consenta alla Camorra, che ha fatto affari con l’intombamento dei rifiuti, di farli con le bonifiche.
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