Ankara. “Kobane sta per cadere, serve unoperazione di terra”. A lanciare lallarme è il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo tre settimane di scontri per la conquista della città curda siriana al confine con la Turchia eallindomani della bandiera nera dellIsis issata in due punti del centro abitato.
Secondo il presidente turco è quindi necessaria un’operazione di terra per sconfiggere gli jihadisti, ma non ha chiarito se intende inviare i 10.000 soldati e le decine di carri armati turchi schierati sul confine, ad un km dalla città o se continui a chiedere un cambio di strategia della coalizione a guida Usa.
Nei giorni scorsi, infatti, il premier turco Ahmet Davutoglu aveva condizionato un intervento armato turco di terra all’impegno della coalizione a rovesciare il regime di Bashar Assad e non limitarsi a “distruggere” Isis, come vuole Barack Obama.
“Il terrore non terminerà fino a quando non collaboreremo per un’operazione di terra”, ha chiarito Erdogan in un intervento alla tv turca dalla città di Gaziantep al confine con la Siria, ribadendo che i raid aerei si sono rivelati inutili. “Sono passati mesi – ha aggiunto il presidente turco – ma non è stato raggiunto alcun obiettivo e Kobane sta per cadere”.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha diffuso una stima delle vittime nel corso degli scontri a Kobane. Sarebbero oltre 400 i morti in tre settimane di battaglie per la conquista della città al confine con la Turchia. Bilancio destinato a salire da quando è iniziata la battaglia strada per strada nei quartieri periferici, con gli uomini dello Stato Islamico, che tentano di procedere verso il centro per espugnare Kobane, ostacolati dalla resistenza estrema dei curdi, uomini e donne. Dal 16 settembre, data di inizio dell’assedio a Kobane, in totale le vittime sono 412, di cui 219 jihadisti di Isis, 173 peshmerga curdi, e 20 civili.