Hanno sofferto, lottato e provato a rimontare. Ma il Mondiale delle azzurre del volley si è fermato a un passo della finale, con il sogno infranto contro il muro della Cina (3-1), trascinata alla finale con gli Stati Uniti da una stratosferica Zhu.
I suoi 32 punti sono stati letali per la squadra di Marco Bonitta che, dopo un torneo all’insegna della leggerezza, del coraggio e del cinismo, si sono fatte ingessare dalla pressione nei primi due set, hanno vinto il terzo e lottato fino al 30-28 nell’ultimo, lasciando il campo in lacrime, ma fra gli applausi dei 12.600 spettatori del Forum di Assago.
“I primi due set sono andati via veloci, poi abbiamo provato a cambiare un po’ la sensazione – ha spiegato il ct Marco Bonitta – Ringraziamo il pubblico perché è stato sempre con noi anche se non siamo riusciti ad andare in finale. Alla fine troviamo il Brasile per il bronzo e ora cerchiamo di resettare. È giusto essere tristi cinque minuti ma il Mondiale non è ancora finito”.
Mentre le cinesi urlano di gioia, la Del Core si infila in spogliatoio con gli occhi lucidi. Resta comunque la finale per il terzo posto, domani (ore 17,30) contro il Brasile, inciampato contro i pronostici sulle spietate statunitensi. La sorpresa più grande del torneo resta comunque l’Italia, arrivata in semifinale, nonostante non pochi problemi fisici. La semifinale è un’impresa, che va oltre il campo. Le ragazze di Bonitta hanno divertito ed entusiasmato, prima a Roma, poi a Bari, quindi al Forum e di riflesso in tutto il Paese. Hanno conquistato anche la diretta in prima serata su Rai 2, dimostrando la qualità del mix di veterane e giovani.
Una in particolare, ha spiccato, non solo in questa semifinale, Valentina Diouf. Ventunenne milanese, mamma italiana e papà senegalese, simbolo della nuova Italia. legge, ascolta musica e medita prima delle gare per allentare la tensione. Ce n’era tanta anche prima della sfida con le cinesi, e lei nel momento più difficile ha preso per mano la squadra, segnando 15 punti pesanti, e nessuno potrà rimproverarle la battuta sbagliata nel finale di quarto set.
La partita sfugge ben prima dalle mani delle azzurre, sui cui volti non c’è più il sorriso spensierato ma una vistosa tensione. In tribuna al fianco del presidente della Lombardia Roberto Maroni, il n. 1 del Coni, Giovanni Malagò, si sfila presto la giacca e soffre.
La squadra di Bonitta fatica a rompere il ghiaccio, Lo Bianco c’è ma non si vede, i guizzi di Centoni (15 punti), Costagrande e Chirichella non bastano ad accendere la miccia, e anche quando il muro funziona manca continuità. Solo sullo 0-2 l’Italia si sveglia. Non è un caso che sia una delle più giovani a dare ritmo alle azzurre. Bonitta punta sui 202 centimetri e sulla spensieratezza di Diouf, che nel terzo set colpisce in battuta, a muro, in schiacciata per 8 punti totali.
Questa volta si accende anche Del Core, il muro azzurro trova più sicurezza e respinge anche il rientro della Cina. Il match si riapre, nel quarto set le azzurre partono bene ma sul più bello commettono quattro errori di fila e la Cina (16 punti della classe ’96 Yuan) torna avanti e, mentre il Forum si prepara a esplodere, al quarto match point chiude i conti.
Arrivato imbattuto alla semifinale, il Brasile due volte campione olimpico è di nuovo vittima della maledizione del Mondiale mai vinto. Dopo aver perso due finali di fila, ed essere arrivato imbattuto alla semifinale, crolla (3-0) contro gli Stati Uniti che giocano una partita perfetta contro avversarie troppo nervose. Ze Roberto alla fine se la prende con gli arbitri (in particolare con la tedesca Heike Kraft, “inesperta per partite simili”). Karch Kiraly si gode soprattutto il sorprendente successo: “Questo Mondiale è uno spettacolo. Ma ci aspetta un lavoro ancora più duro in finale”.