Ast, Alfano: “Solidarietà a operai e poliziotti feriti”

di Redazione

 Roma. “Esprimo personale solidarietà ai lavoratori dell’Ast e della polizia feriti ieri”. Il giorno dopo gli incidenti avvenuti a Roma durante lamanifestazione dei lavoratori Ast di Terni, il ministro dell’Interno Angelino Alfano riferisce in Parlamento.

“Non ho nessuna esitazione nel dichiarare che quello di ieri è stato un brutto giorno per tutti”.Il titolare del Viminale richiama poi al “senso di responsabilità di tutti per evitare una scintilla che rischierebbe di innescare pericolose derive” e aggiunge di provare “amarezza” per il fatto che “una questione centrale come l’occupazione stia diventando scenario di contrapposizione tra lavoratori”.

Il 29 ottobre, infatti, gli operai dell’Acciai speciali Ternisono scesi in piazza per manifestare contro la chiusura dello stabilimento di proprietà della multinazionaleThyssenKrupp.

Il 17 luglio scorso l’azienda aveva infatti annunciato unpiano industriale che prevedeva circa 550 esuberi(su circa 2.700 impiegati complessivi) con la prospettiva della chiusura di uno dei due forni di produzione a caldo e il taglio del contratto integrativo aziendale. La trattativa portata avanti dal governo però prevede un nuovo piano industriale e un massimo di 290 esuberi. “Contando le mobilità volontarie, restano sul tavolo 140-150 esuberi”,sottolinea il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi,che ha convocato per il 6 novembre azienda e sindacati.

Alfano dichiara, dunque, di voler “istituire un tavolo permanente di confronto al Viminale con i sindacati per gestire al meglio le manifestazioni” e precisa che il Ministero non ha mai dato ordini di severità contro i manifestanti: E’ lontana anni luce da noi l’idea di manganellare gli operai, così come penso sia lontana dagli operai la volontà di scaricare tensioni occupazionali sulla polizia”.

Intanto, Sel e Movimento 5 stelle hanno presentato alla Camera una mozione di sfiducia contro il ministro. Eresta alta la tensione tra governo e Cgil. Susanna Camusso si rivolge al presidente del Consiglio Renzi e lo esorta “ad abbassare i manganelli dell’ordine pubblico”. Renzi assicura ai sindacati che “portare a casa la vicenda Terni è un imperativo morale” per il governo, ed invita a “separare la vertenza sulle acciaierie di Terni “dal confronto politico”, tranquillizzando le parti sociali sul fatto che “non vogliamo fare a meno del sindacato sulle trattative aziendali. Vogliamo dare garanzie sul piano industriale per Terni, vi chiedo un confronto serio, nel merito”.

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