Torino. Svolta nellindagine sulla scomparsa, e poi sul ritrovamento del cadavere, di Elena Ceste. Il marito, infatti, Michele Buoninconti, sarebbe indagati.
Questa mattina, infatti, i carabinieri si sarebbero presentati nella villetta di Costigliole DAsti per consegnargli un avviso di garanzia. Sconosciuti gli eventuali titoli di reato su cui si indaga, forse omicidio oppure occultamento di reato.
Il corpo della donna è stato ritrovato qualche giorno fa in un canale di scolo a circa 800 metri da casa sua dopo otto mesi dalla scomparsa. Della 37enne di Costigliole d’Asti, sposata e madre di quattro figli, non si avevano notizie dal 24 gennaio. Come se fosse stata inghiottita dal nulla.
Sabato scorso una ruspa che stava ripulendo un canale di scolo ha urtato qualcosa che somigliava a un corpo. Il test del Dna ha portato la tragica conferma.
E ora la procura astigiana ha aperto un fascicolo: i reati da considerare sono l’omicidio e l’istigazione al suicidio, ma si tratta di pure e semplici ipotesi di lavoro formulate per ragioni di procedura perché in questo momento non è possibile tracciare conclusioni. Il cadavere era ridotto a uno scheletro o poco più, e il mezzo meccanico lo ha ulteriormente martoriato. Solo l’autopsia, dunque, potrà chiarire la causa del decesso.
A denunciare la scomparsa di Elena, il 24 gennaio, era stato il marito, vigile del fuoco ad Alba (Cuneo). “Mi aveva pregato di passare a prendere i figli a scuola perché non si sentiva bene. Non l’ho più vista”. Sparita. Di bagaglio non ne aveva preso; l’auto era rimasta parcheggiata in cortile; e in casa c’erano il suo telefonino cellulare e la sua fede nuziale.
Una fuga volontaria, un malore, una disgrazia o qualcosa di peggio. I carabinieri, guidati dal tenente colonnello Fabio Federici, hanno messo la zona sotto sequestro per gli indispensabili rilevamenti e mantengono un presidio 24 ore su 24.