Roma. Abolire la pena dimorte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, maanche al fine di migliorare le condizioni carcerarie nelrispetto della dignità umana.
E lappello lanciato da Papa Francesco durante il discorso a una delegazione di circa 30 esponenti della Associazione internazionale di diritto penale, ricevuti in udienza nella Sala dei Papi del Palazzo apostolico.
Una pena di morte nascosta, così ha definito il Pontefice lergastolo. Inoltre, per Papa Francesco, la carcerazionepreventiva quando in forma abusiva procura unanticipo della pena, previa alla condanna, o come misura che siapplica di fronte al sospetto più o meno fondato di un delittocommesso, costituisce un’altra forma contemporanea di penaillecita e occulta, al di là di ogni patina di legalità.
Una forma di torturaè a volte – ha continuato il Papa – quella che si applica mediante lareclusione in carceri di massima sicurezza, con la mancanza distimoli sensoriali, la completa impossibilità di comunicazione ela mancanza di contatti con altri esseri umani.
E questo accade, a volte, anche in altri penitenziari. Queste crudeltà,ha rimarcato il pontefice, sono un autentico ‘plus’ di dolore che siaggiunge ai mali propri della detenzione.
Il Papa ha poi lanciato anche una denuncia, citando la tratta contro le persone e le situazioni di povertà assoluta. Alcune forme di criminalità compiute da privati ledono gravemente la dignità delle persone e il bene comune e di queste molte non potrebbero mai essere commesse senza la complicità, attiva o omissiva, delle pubbliche autorità.