Milano. Un’altra bufera sull’Expo di Milano. Richiesti dalla Procura distrettuale antimafia di Milano 13 arresti per associazione di tipo mafioso.
Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di denaro di provenienza illecita, abuso dufficio, favoreggiamento, minacce e danneggiamento mediante incendio.
I carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, hanno eseguito i fermi dalla Lombardia alla Calabria, soprattutto tra le province di Milano, Como, Monza-Brianza, Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Si tratterebbe di persone contigue a gruppi della ‘ndrangheta infiltrati nel territorio lombardo, in particolare conla cosca Galati, radicata nel comune di Cabiate, coinvolti inspeculazioni immobiliari e subappalti di grandi opere connesse ad Expo 2015, come il subappalto per i cantieri della Tangenziale Est di Milano.
Dalle indagini è emerso che gli indagati erano in contatto con diversi politici, un agente di polizia penitenziaria in servizio a San Vittore, un funzionario dell’agenzia delle Entrate, un imprenditore immobiliare econsiglieri dei comuni della provincia di Milano, dai quali ottenevano vantaggi, notizie riservate e finanziamenti.
Coinvolto nella vicenda anche il 55enne Luigi Addisi, consigliere comunale del Pd a Rho, dimessosi la scorsa primavera. Sposato con una nipote delboss di Limbadi,Pantaleone Mancuso, èaccusato di riciclaggioe abuso dufficio con laggravante di aver favorito lassociazione mafiosa.