Roma. È il ministro degli Interni, Angelino Alfano, a provocare una bufera, con una circolare inviata ai prefetti, relativa al ritiro e alla cancellazione delle nozze gay celebrate all’estero.
Gli individui dello stesso sesso che, fuori dall’Italia, hanno celebratola loro unionee sono riconosciuti come coniugi a tutti gli effetti, non avranno il medesimo riconoscimento nel loro Paese.
L’annuncio del ministro è arrivato il giorno seguente alla richiesta del Consiglio comunale di Milano al sindaco Pisapia di trascrivere i matrimoni omosessuali, ed è subito polemica.
Matteo Orfini, presidente del Pd, in un tweet ha scritto: Caro Alfano invece di annullare le trascrizioni di matrimoni gay preoccupiamoci di renderli possibili anche in Italia.
Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, ha dichiarato: Alfano si occupa con molta insistenza di nozze gay, come se da questo dipendesse la sicurezza del Paese. E i diritti delle persone invece?.
MaAlfano controbatte ai microfoni di Rtl 102.5: In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso , quindi quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano. Non è consentito dalla legge. In caso di inerzia ha aggiunto -si procederà al successivo annullamento dufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati.
Definito come un ministro della polizia austro-ungarica dell’epoca risorgimentale da Nichi Vendola, mentre Sergio Lo Giudice ha parlato di ostruzionismo da parte del capo del Ncd. La Corte Costituzionale ha più volte sollecitato le camere- ha dichiarato il senatore Pd- a legiferare su coppie dello stesso sesso. Sacconi lo difende: Ha solo applicato la legge. Punto.
Intanto, sono varie le città che in Italia avevano già avviato le trascrizioni, in particolare Grosseto, Fano, Napoli e Bologna, dove il sindaco Virginio Merola, ha dichiarato di non aver intenzione di obbedire ad una circolare stupida.
Anche il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ha polemizzato: Il suo annuncio è l’esempio di un ministro dell’Interno che vuole derubricare i diritti civili a questione di ordine pubblico.
Sarebbero oggi 18, i paesi dell’Ue, che su 28 membri, tutelerebbero coppie dello stesso sesso tramite matrimoni o unioni civili. In Italia tuttavia, sembrerebbe che il passo indietro fatto dalle istituzioni, non corrisponderebbe alla volontà della popolazione: 8 italiani su 10 vorrebbero più diritti per le coppie gay.