Roma. Se entra in classe lei non entrano i nostri figli. Con questa frase alcuni genitori degli alunni di una scuola di Fiumicino avevano creato allarmismo a causa di una bambina di 3 anni che era stata in Africa e, secondo loro, a rischio di aver contratto ebola.
A preoccupare tre, quattro genitori – spiega Lorella Iannarelli, preside dell’istituto comprensivo Porto Romano – era il ritorno in classe di una bambina che aveva fatto un viaggio in Uganda. Qualcuno ha messo in giro la voce che alcuni genitori erano intenzionati a tenere a casa i propri figli per evitare che entrassero in contatto con la bambina. Voci che però hanno portato l’istituto ad attivare una serie di verifiche.
La bambina è tornata in Italia il 14 ottobre – spiega la direttrice scolastica – abbiamo chiamato il papà che ha portato un certificato medico, abbiamo anche chiamato il medico che in Uganda aveva visitato la bambina e ci siamo informati in aeroporto se l’Uganda fosse un paese a rischio, scoprendo che non lo è. Il comportamento di alcuni genitori avrà offeso la mamma della bimba che in un primo momento aveva chiesto il nulla osta per un trasferimento e che la figlia cambiasse sezione. Ipotesi poi rientrata”.
“La bambina è rimasta a casa qualche giorno dal ritorno in Italia: probabilmente per cortesia da parte della famiglia o perché era stanca del viaggio. Comunque sia lunedì scorso è rientrata a scuola senza nessun problema da parte dei genitori dei suoi compagni di classe. Non ho avuto nessuna segnalazione da parte delle maestre, ciò mi induce a pensare che non ci siano state assenze ingiustificate.