Roma. E iniziato lunedì mattina il Sinodo sulla famiglia che si celebra per due settimane in Vaticano)è proprio iltema delle sfideattuali alla pastorale familiare (che comprendono unapluralità di problematiche: dalla richiesta di riconoscimentodelle coppie gay alla violenza in famiglia sulle donne e iminori).
“I divorziati risposati civilmenteappartengono alla Chiesa. Hanno bisogno e hanno il diritto diessere accompagnati dai loro pastori”. Sono queste le parole delrelatore generale del Sinodo sulla famiglia , il cardinale Peter Erdo, primated’Ungheria e presidente dei vescovi europei.
Erdo però precisa: “Nel caso di unmatrimonio sacramentale (consumato), dopo un divorzio, mentreil primo coniuge è ancora in vita, non è possibile un secondomatrimonio riconosciuto dalla Chiesa”.Il cardinale apre a iter più snelli per le dichiarazioni di nullità di matrimoni, pur con una disciplina ortodossa.
“Rivedere, in primo luogo, l’obbligatorietà delladoppia sentenza conforme per la dichiarazione di nullità delvincolo matrimoniale, procedendo al secondo grado solo se c’èappello da una o da entrambe le parti ovvero da parte deldifensore del vincolo, entro un tempo definito”.
“No a discriminazioni, ma nemmeno a equiparazione con matrimonio tra uomo e donna. Emerge un ampio consensoriguardo al fatto che persone di tendenza omosessuale nondevono essere discriminate”, dice Erdo, prima di ribadire il no della Chiesa ai matrimoni gay.
“Da parte della maggioranza dei battezzati, edella totalità delle conferenze episcopali, non è attesa unaequiparazione di questi rapporti con il matrimonio tra uomo edonna”.