Camorra negli ospedali casertani, sequestrati bar. Tre arresti

di Redazione

 Marcianise. Gestivano i bar all’interno degli ospedali di Marcianise, Maddaloni e Piedimonte Matese in assenza di titolo di occupazione e attività commerciale.

Non solo. Nel presidio marcianisano i gestori erano costretti a versare una tangente mensile a persone ritenute affiliate al clan Belforte, le quali avevano anche proposto l’acquisto del punto di ristoro per 100mila euro. Con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno quindi tratto in arresto tre persone, padre e due figli, tutte di Marcianise. Sequestrate, inoltre, le attività di ristoro.

Dalle indagini è emerso che il Centro ricreativo aziendale dell’Asl Caserta ha affidato alcuni locali a terzi privati, che tuttora li occupano e gestiscono l’attività di bar arbitrariamente, in quanto privi di alcun titolo, in assenza di contratto con l’ente ospedaliero che, peraltro, per l’affidamento a privati avrebbe dovuto espletare una gara pubblica per evitare danni alla concorrenza.

“Una situazione di totale illegittimità” che, sottolineano dalla Procura, “perdura da svariati anni a causa della totale assenza di controllo dei vertici delle aziende ospedaliere circa l’esistenza di un regolare contratto di locazione tra Asl e Cral sull’effettiva gestione dei locali da parte di quest’ultimo, sul regolare versamento dei canoni mensili di locazione a favore dell’azienda sanitaria e sulle spese relative al consumo di luce e acqua che, a tutt’oggi, risultano a carico degli ospedali”.

Gli inquirenti, poi, riferiscono che la situazione ha favorito l’ingerenza di persone contigue al clan Belforte che, come emerso dalle indagini, hanno preteso il pizzo dal gestore del bar nell’ospedale di Marcianise, tentandone addirittura l’acquisto.

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