Napoli. Un blitz notturno del governo Renzi ha fatto sì che la Commissione Bilancio della Camera eliminasse lemendamento dellaRegione Campaniache prevedeva unfinanziamento di 18 milioni di euro per interventi di manutenzione dei plessi scolastici.
Fondi per i qualialcuni comuniavevano già espletato, nei tempi previsti,la gara attraverso la Stazione unica appaltante. Poi, venerdì mattina, giunti in Regione per fare il punto della situazione, i sindaci e loro delegati hanno ricevuto linattesa notizia: i soldi non ci sono più, la commissione ha cassato lemendamento.
Altro che Decreto del Fare! Altro che #buonascuola, #scuolebelle e tanti altri proclami preceduti dallormai onnipresente hashtag che fa tanto giovane. Con un voltafaccia repentino il premier e i suoi seguaci vengono meno agli impegni presi con le amministrazioni locali, i dirigenti scolastici e, soprattutto, con le famiglie e gli studenti italiani.
Il problema, in realtà, oggi non si sarebbe presentato se il Comune di Napoli avesse evitato il capriccio, nel febbraio scorso, di presentare un ricorso contro il bando. Questultimo, infatti, prevedeva che ogni Ente potesse proporre un massimo di tre progetti. E invece Napoli ne presentò otto, tre per il Comune e altri cinque per i singoli Municipi. Non avendo ottenuto i fondi per tutti gli otto progetti, ma solo per i tre consentiti, lamministrazione guidata da Luigi De Magistris ricorse al Tar, determinando un blocco delle gare dappalto.
A quel punto la Regione chiese ed ottenne una proroga dei tempi, in attesa della sentenza sul ricorso, poi respinto. Ma, a prescindere dallesito del giudizio, sta di fatto che questa perdita di tempo ha determinato un cambio di idea del governo, altrimenti i 38 comuni beneficiari avrebbero già ottenuto i fondi.In grande difficoltà ora sono finiti soprattutto alcuni piccoli comuni dellAlto Casertano che, in prospettiva, avevano già programmato nuove disposizioni degli edifici scolastici.
Intanto, lassessore regionale alla Pubblica istruzione, Caterina Miraglia, ha invitato i sindaci ad attivare ognuno i propri canali per sollecitare un dietrofront del governo.