Napoli. Protesta davanti al Tribunale di Napoli di familiari e amici di Davide Bifolco, il diciassettenne ucciso lo scorso settembre al Rione Traiano di Napoli da un proiettile esploso da un carabiniere.
Un caso che, per i manifestanti, è analogo a quello di Stefano Cucchi, il cui nome è apparso su alcuni striscioni insieme a quello di Davide. La legge non è uguale per Cucchi: Davide e Stefano vivono nelle nostre lotte, si legge su uno degli striscioni.
Se questa è la giustizia italiana – ha detto il padre del 17enne napoletano – io mi vergogno di essere italiano. Sul caso di mio figlio sono più ottimista: si sa chi è stato a sparargli e mi auguro che dal processo venga fuori la verità.
Presente anche un folto gruppo di attivisti dei movimenti sociali. Quelli di Davide e Stefano ha detto l’attivista Alfonso De Vito – sono casi assimilabili perché in entrambi i casi le famiglie sono state oggetto di diffamazione da parte di chi, invece, è deputato a garantire la sicurezza e la giustizia per i cittadini. Soprattutto sono casi che al momento non hanno avuto né giustizia, né verità.
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