Napoli. Ricercatori, politici, imprenditori dei settori legati al mare, insieme per contribuire a fissare i nuovi obiettivi della cooperazione Euromediterranea in materia di acque marine e interne.
È questo l’obiettivo della due giorni di incontri e workshop che si è aperta alla Stazione Marittima di Napoli, organizzata dal Cnr nell’ambito del semestre della presidenza italiana del Consiglio dell’unione Europea.
La ricerca sulle acque dolci e di mare, che sono sistemi strettamente interconnessi, ė fortemente attiva e cerca di affrontare le sfide dell’Europa. Da Napoli parte, quindi, un messaggio forte alla commissione e al consiglio europeo per cercare di aumentare la cooperazione tra paesi membri e non membri dell’Ue e soprattutto per mettere in campo gli strumenti della Commissione che consentono di gestire in maniera congiunta le risorse che vengono messe in campo, quelle dei singoli Paesi e delle dell’Ue.
In particolare sui temi del mare, i cambiamenti climatici e l’acqua sono le grandi sfide sociali inserite in Orizzonte 2020 e sono globali per definizione e quindi è chiaro che questi temi non si possono risolvere da un singolo Paese ma c’è bisogno di una stretta cooperazione che l’Ue favorisce nell’ambito delle sue politiche di vicinato.
Politiche che per Gianluigi Benedetti, consigliere diplomatico del ministro per l’Università Stefania Giannini, che non ha potuto essere a Napoli, “l’Italia ha sempre guardato con grande attenzione e su cui si può fare sempre di più”. “Negli ultimi anni – spiega Benedetti – molti cambiamenti sono intervenuti nei Paesi del Mediterraneo e c’è bisogno che l’Unione Europea apra una nuova fase di collaborazione scientifica, anche per il ruolo fondamentale della science diplomacy. Noi collaboriamo su temi scientifici con università ed enti di ricerca di tutto il nordafrica e il Medio Oriente, in particolare i rapporti con le università della Tunisia e dell’Egitto sono di lungo periodo mentre ci sono nuovi e interessanti rapporti con il Marocco, che sta avviando nell’ambito dell’Unione per il Mediterraneo una università per il Mediterraneo chiedendo il supporto di Italia, Francia e Spagna”.
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