Napoli. Quattro fondazioni di diversa ispirazione attorno a un tavolo per mettere assieme esperienze e progetti per il futuro di Napoli.
A ritrovarsi oggi in un albergo del lungomare partenopeo le fondazioni Campania Futura, Domenico Colasanto, Mezzogiorno-Europa e Magna Carta. Lobiettivo: dare una speranza alla città.
È lultima chiamata – ha detto Paolo Cirino Pomicino, uno dei promotori – per non fare di Napoli il buco nero del Paese davanti allinadeguatezza della politica creata dalla scomparsa dei partiti. Quattro i temi al centro del dibattito: portualità; logistica integrata; una visione urbanistica dellarea flegrea che racchiuda Bagnoli; ricerca e innovazione.
A maggioranza e opposizione – ha sottolineato il segretario regionale della Cisl Lina Lucci – diciamo basta al gioco al massacro sulla pelle della città e della Regione, è questo il momento di condividere e realizzare. Per Bagnoli il problema non è il decreto ma la litigiosità tra i vari livelli istituzionali. Auspichiamo che sia un soggetto pubblico come Fintecna a occuparsi della restituzione di quellarea alla città e che si proceda in fretta, dopo decenni di colpevole ritardo. E i partiti dicano con chi stanno altrimenti faremo una campagna elettorale parallela in cui faremo controinformazione. Per quanto riguarda il porto – ha aggiunto – va detto che al commissario Karrer nessuno ha chiesto di occuparsi del Piano Regolatore. È lì per dare corso al Grande progetto e fare rapidamente le gare, per duemila posti di lavoro subito.
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Per Umberto Ranieri (Pd) le condizioni per una nuova alleanza per la rinascita di Napoli ci sono: Il problema non sono le risorse, ma la capacità di saper spendere fino allultimo centesimo. Se per il presidente del Cnr Luigi Nicolais è necessario pensare alle macroregioni del Sud, per il deputato del Pd Leonardo Impegno sarebbe opportuno decidere elezioni dirette per larea metropolitana di Napoli e Milano perché siano legittimate a fare scelte importanti.
Per il presidente dellUnione Industriali di Napoli, Ambrogio Prezioso, bisogna lavorare per rimuovere le cinque cause che bloccano lo sviluppo della città: burocrazia, fiscalità, i tempi della giustizia civile, il costo del cuneo fiscale e quello dellenergia. In rappresentanza di Gaetano Quagliarello (Magna Carta), bloccato a Roma da una riunione sulla legge elettorale, Raffaele Calabrò ha sposato lidea di aggregare le diverse realtà dirigenziali della città.
Conclusioni affidate al governatore campano Stefano Caldoro che ha ricordato la programmazione messa in campo dalla Regione sui temi al centro del dibattito. Un impegno pari a 2 miliardi e 100 milioni di euro messi già a gara per il 77%. E questo – ha sottolineato – potendo contare su due miliardi in meno di spesa corrente che non sono arrivati. Quanto alle proposte dellopposizione che qualcuno dice non ci sono forse è anche merito nostro, nel senso che non ci sono alternative migliori alle nostre proposte.
Caldoro ha concluso invitando i soggetti attuatori a spendere i soldi per non essere costretto a `definanziare´ i progetti come chiede lEuropa e ha parlato del porto come di un caso emblematico di un mercato che nonostante gli ostacoli cresce a dimostrazione che si sta perdendo unoccasione per fare di meglio.