Il ‘califfo’ Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato Islamico, è stato gravemente ferito nell’offensiva contro gli jihadisti in Iraq.
Lo ha confermato il governo iracheno, dopo le indiscrezioni filtrate domenica 9 novembre che parlavano del ferimento o addirittura dell’uccisione del capo jihadista.
Non è chiaro però chi avrebbe compiuto il raid. L’emittente statale Irakiya, citando fonti del ministero dell’Interno, ha riferito che al Baghdadi è stato ferito in un attacco di un’unità speciale irachena, senza però chiarire quando, né dove abbia avuto luogo.
Secondo il ministro della Difesa iracheno, Khaled al Obeidi, invece il ‘califfo’ è stato colpito nel corso del raid aereo compiuto dalla coalizione internazionale a Mosul nella notte del 7 novembre.
Gli americani avevano già reso noto che in un bombardamento notturno erano stati distrutti 10 veicoli corazzati nei pressi di Mosul, mezzi che si dirigevano a una riunione di leader islamisti. Il Pentagono ha fatto però sapere di non essere in grado di confermare se al Baghdadi si trovasse su uno dei mezzi del convoglio attaccato o nella zona di al Qaim bombardata dai velivoli alleati.
A quanto si apprende, però, nell’incursione sarebbero stati uccisi il braccio di destro del ‘califfo’, Abu Muslim Turkmen, e Abdul Rahman al-Athaee, anche noto come Abu Saja, un altro dei suoi collaboratori, tra gli uomini che di solito viaggiano con lui.
In giornata un account twitter che riporta il nome del ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim al Jaafari, creato solo nella tarda mattinata del 10 novembre, affermava inoltre che al Baghdadi sarebbe stato ucciso. Ma l’autenticità dell’account è stata smentita da un portavoce del ministero, contattato telefonicamente dall’Ansa.
Intanto, arriva a ingrossare le fila dell’Isis un nuovo gruppo di estremisti. Gli islamisti egiziani di Ansar Beit al-Maqdis, legati precedentemente ad al-Qaeda, hanno infatti giurato fedeltà allo Stato Islamico, secondo quanto afferma un messaggio audio condiviso sull’account Twitter del gruppo.