Torino. Il sostituto procuratore della Cassazione, Francesco Iacoviello, ha chiesto di dichiarare prescritto il maxi-processo Eternit per disastro ambientale e, di conseguenza, di annullare la condanna a 18 anni di carcere per l’unico imputato, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny.
L’imputato era stato condannato dalla corte d’appello di Torino il 3 giugno 2013. La prima sezione penale emetterà il verdetto, probabilmente, la prossima settimana.
Nella requisitoria Iacoviello ha parlato apertamente di responsabilità dell’imputato per le condotte che gli sono state ascritte, ma la prescrizione è un atto di diritto sebbene, ha aggiunto il procuratore, non risponda a esigenze di giustizia. Una lettura, quella di Iacoviello, che potrebbe sancire la fine del processo Eternit se fosse fatta propria dai giudici nella sentenza.
Sul banco degli imputati, a Torino, nell’appello era rimasto soltanto Schmidheiny, dopo la morte, a 92 anni, del barone belga Jean Luis de Cartier, anch’egli condannato in primo grado. La sentenza aveva riconosciuto le responsabilità penali dei vertici di Eternit non solo per i siti piemontesi di Casale Monferrato e Cavagnolo, ma anche per Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).
I giudici, oltre alla condanna, stabilirono risarcimenti danni per quasi 90 milioni di euro: 30,9 milioni per il Comune di Casale Monferrato, ad esempio, la città maggiormente colpita dalle patologie connesse all’esposizione all’amianto e in prima fila per le bonifiche, 20 milioni alla Regione Piemonte, importi minori a sindacati e associazioni. Trentamila euro invece furono riconosciuti agli ammalati di patologie correlate all’esposizione all’amianto e alle famiglie delle vittime di mesotelioma e di altre patologie gravi.
In questi mesi in centinaia hanno deciso di accettare la proposta di risarcimento offerta da Schmidheiny rinunciando a proseguire qualsiasi azione legale contro i vertici della multinazionale.
“Non siamo abituati a commentare le sentenze, ma in questo caso, nostro malgrado, pensiamo che la richiesta avanzata dal procuratore generale di Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello al processo Eternit offenda la memoria di tante vittime innocenti”. E’ quanto si legge in una nota diffusa da Cgil Campania, Camera del lavoro metropolitana di Napoli e Fillea Campania. “Il tributo dello stabilimento di Bagnoli, in termini di vittime e di devastazione del territorio – continua la nota – è stato elevatissimo e questa sentenza rischia di annullare, in un solo colpo, le sacrosante aspettative di giustizia dei tanti operai e delle loro famiglie, vittime delle inalazioni di polveri di amianto”.