Jobs Act, escluso reintegro per motivi economici

di Redazione

 Roma. Sarà ancora possibile essere reintegrati sul posto di lavoro in caso di licenziamento per motivi disciplinari, ma solo in alcune “fattispecie ingiustificate”.

E’ quanto prevede l’emendamento del governo alJobs actsull’articolo 18 depositato oggi 18 novembre in Commissione Lavoro della Camera e frutto di una mediazione politica con la minoranza del Pd, partito del premier Matteo Renzi. Viene invece escluso il diritto ad essere reintegrato nei casi di licenziamenti di natura economica. Si esclude “per i licenziamenti economici la possibilità della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio”, si legge infatti nel testo che il sottosegretario al Welfare, Teresa Bellanova, sta illustrando in Commissione.

Il diritto al reintegro viene così limitato “ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l’impugnazione del licenziamento”.

Nel testo è entrata anche la modifica nella disciplina sui controlli a distanza prevista dall’accordo tra maggioranza e minoranze Pd. I controlli saranno quindi limitati “agli impianti e agli strumenti di lavoro”. Un altro emendamento accorcia inoltre i tempi dell’entrata in vigore della legge, facendola partire dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale anziché dopo i canonici quindici giorni.

Un emendamento del governo, presentato in Commissione Lavoro alla Camera, prevede inoltre che il disegno di legge delega sul lavoro e sugli ammortizzatori sociali ed i successivi decreti legislativi entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, superando così la vacatio legis dei 15 giorni.

“Sono molto soddisfatto della riformulazione sul tema dell’articolo 18 che conferma i contenuti dell’accordo che abbiamo sottoscritto con il governo” commenta il presidente della Commissione Lavoro della Camera e relatore del Jobs act, Cesare Damiano (Pd).Soddisfazione è stata espressa da Ncd, che negli ultimi giorni aveva avanzato dubbi sulle modifiche nate dall’accordo interno al Pd.

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