“La Gabanelli è una tr…”, si autosospende Monari

di Mena Grimaldi

 Bologna. “Mi sospendo dal partito, per il bene del Pd”. Marco Monari, ex capogruppo dem, alla fine si è dimesso a seguito delle registrazioni venute fuori e finito agli atti dell’indagine chiusa con 42 avvisi per peculato lunedì.  Era il 2012, fine settembre.

L’inchiesta sui rimborsi ai consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna era da poco partita e i capigruppo dei vari partiti parlavano informalmente tra loro, non sapendo di essere registrati da Andrea Defranceschi, all’epoca M5S.

 

“È un elemento documentale come tanti altri acquisiti durante l’indagine e posto a disposizione degli indagati e dei loro difensori”, si limita a dire il procuratore aggiunto Valter Giovannini, ai giornalisti che gli domandano che valore è stato dato all’audio nell’economia dell’inchiesta. Proprio i giornalisti sono uno dei bersagli.

 

Marco Monari, all’epoca capogruppo del Pd ne parlava così: “Quelle teste di m… che sono qua sotto, che sono i servi della gleba di un’altra casta molto più potente della nostra. Ma loro non lo sanno, sono pagati in nero, 8 euro a pezzo… darebbero via le chiappe pur di firmare perché pensano giustamente ad una prospettiva di carriera, sono giovani…e li strumentalizzano. Loro non capiscono”.

 

E su Milena Gabanelli: “Io guardare Report? – aveva detto Monari – con quella tr… della Gabanelli! Appena la vedo mi viene l’orchite”.

 

L’ex dirigente s’è scusato per quelle “frasi carpite in modo inqualificabile, e pronunciate in un momento in cui ero sotto pressione e che non penso”, ma l’ammenda non è bastata. 

 

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