La piaga sociale del bullismo: parlarne è un bene per la società

di Gabriella Ronza

 Itelespettatori delle varie reti televisive avranno notato che da alcune settimane diversi programmi in prima serata stanno portando luce su una delle piaghe sociali più gravi del sistema scolastico del nostro paese: il bullismo.

Il noto talent show X Factor 8 ha addirittura dedicato l’intera quarta puntata a questo tema, guadagnandosi ascolti record. Prima dell’inizio della puntata, i quattro giudici (Mika, Morgan, Victoria Cabello e Fedez) hanno raccontato brevi storie di ragazzi vittime di un sistema corrotto che tollera, troppo spesso, la sopraffazione.

Su Rai 1, invece, a Ballando con le stelle, altro noto show i cui protagonisti sono personaggi celebri che si cimentano nel ballo, Milly Carlucci e Joe Maska (la cui identità è ignota al pubblico) twittano contro il bullismo. L’interesse sempre più crescente verso questo problema è sorto dalle numerose campagne anti-bullismo ideate recentemente.

A scuotere la coscienza pubblica sono stati gli ultimi sconcertanti casi: ne è un esempio la storia del ragazzo seviziato con il tubo di un compressore a Napoli lo scorso 7 ottobre.

Il bullismo è un problema serio che, come tale, deve essere affrontato non solo a scuola, ma anche nelle famiglie o, appunto, sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione. Gli alunni prima di nozioni puramente scolastiche dovrebbero essere educati all’etica e al rispetto reciproco.

D’altra parte, dovrebbero essere coscienti che avere caratteristiche particolari rispetto ai propri compagni (come essere “secchioni”, mingherlini, avere qualche chilo in più o l’acne) non li rende inferiori all’altro. I difetti sono comuni agli esseri umani e tutti ne sono possessori: opprimere i propri coetanei per questi motivi è un’offesa alla diversità del genere umano e alla dignità di appartenervi.

Difendere i bulli nelle scuole vorrebbe dire “bypassare” il diritto di tutti ad un’adolescenza serena. La vittima del bullismo, psicologico o fisico, porterà con sé sempre i segni di ciò che ha vissuto causandogli problemi seri nel mondo degli adulti: nel relazionarsi, nel fidarsi del prossimo e, perfino, sul futuro luogo di lavoro.

L’adulto, inoltre, deve astenersi dal bollare un determinato episodio di bullismo come “una bravata”. I bulli si sentiranno allora protetti e pronti a crescere nella convinzione che quei gesti non nocciono alla società.Non bisogna mai, in tal caso, sottovalutare tali fenomeni e, al contrario, è necessario ricordare sempre che spesso i bulli di oggi diventeranno i criminali di domani.

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Redazione
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