Milano. I giudici della Terza Corte d’appello di Milano hanno dato il loro verdetto per il processo Ruby bis.
Condanne ridotte per tutti gli imputati: 6 anni e un mese per l’ex talent scout Lele Mora; 4 anni e 10 mesi per Emilio Fede e 3 anni per l’ex consigliera della regione Lombardia, Nicole Minetti.
La pena più alta sarebbe quella del manager che ha dichiarato: Lidea di farmi ancora sette anni di carcere mi terrorizzava. Il carcere mi preoccupava tantissimo, perché lho vissuto in modo molto duro con 14 mesi di isolamento, sorvegliato a vista e con il divieto di incontro, peggio di un terrorista. Non mi pento di quello che ho fatto, se uno si pente non è un uomo.
I giudici avrebbero ridimensionato la pena di Mora applicando la continuazione tra i reati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, con la condanna per bancarotta e il fallimento della Lm management.
A differenza di Mora, soddisfatto della sentenza, la Minetti, alla quale sono state concesse le attenuanti generiche, non ha accolto positivamente la propria condanna. Paolo Righi e Pasquale Pantano, difensori dell’ex consigliera, hanno dichiarato: Con lei si continua a usare la clava e fortunatamente la Cassazione non è a Milano. Questo processo va celebrato a Monza. Si appeleranno alla competenza territoriale per far ricorso contro la sentenza odierna, della quale si chiederà l’annullamento.
Anche l’avvocato dell’ex direttore del Tg4, Maurizio Paniz, farà ricorso in Cassazione. Le sentenze vanno rispettate e la Corte dAppello ha dimostrato di essersi impegnata molto. – ha dichiarato – E’ stato tolto il reato di istigazione alla prostituzione. Il difensore ha sottolineato che Fede, se dovesse essere condannato in Cassazione, non andrà in carcere perchè, per l’età dell’imputato, otterrà facilmente gli arresti domiciliari.