Mitreo, Monica Guerritore premia i finalisti dei corti e documentari

di Redazione

Santa Maria Cv.

Si è conclusa ieri con lo splendido spettacolo di Monica Guerritore “Dall’inferno all’infinito, la14esima edizione del Mitreo FilmFestival diretto da Lucilla Mininno e svoltosi al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere.

Monica Guerritore, madrina d’eccezione della Kermesse ha premiato Paolo Zucca vincitore del corto Bella di Notte, Helmut Meroni e Francesco Merini vincitori del documentario L’Orchestra. Nessun premio è stato assegnato alla sceneggiatura in quanto non hanno rispecchiato i requisiti previsti dal bando.

La giuria per la sezione sceneggiaturecomposta da Gino Aveta, Stefano Tummolini, Filomena Camanzo, delegata del pubblico e Paola Mattucci hadeciso di offrire un corso di formazioni ai sceneggiatori finalisti. Decisamente soddisfatta si è dichiarata la presidente del Mitreo Film Festival, Paola Mattucci: “questa quattordicesima edizione ha sancito la solidità e la qualità della manifestazione che ha dimostrato capacità di produzione anche con importanti collaborazioni. Fortemente motivati a lavorare da subito per la XV edizione auspico in un maggior interessamento del territorio, unico destinatario del Festival”.

La grande novità di quest’edizione è stata sicuramente realizzazione del video pilota-prequel del progetto di lungometraggio Hamlet, patrocinato dalla Rai, di Lucilla Mininno, con Monica Guerritore, Fabrizio Nevola, Francesco Zecca, Carolina Ventriglia. Una produzione del Mitreo Film Festival, in collaborazione con RockBetFilm, il Comune di Santa Maria Capua Vetere e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento, Caserta è stato girato tra le bellezze architettoniche del nostro territorio: l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, il Mitreo ed altri luoghi della provincia casertana.

“L’Amleto shakespeariano – dichiara la direttrice artistica Lucilla Mininno – è il cuore, l’enciclopedia, il manuale del mio percorso. E’ un testo pieno di bivi che aprono a strade diverse, una mappa che percorre l’essenza dell’uomo in tutte le sue luci e ombre. E’ un dramma senza storia, sempre attuale. E’ un’opera magica e fonte continua di rigenerazione, una lanterna che cambia continuamente i suoi vetri, è una madre a cui sempre torna. E la madre è il perno della mia attuale visione. Il fuoco del dramma diventa il rapporto tra Amleto e Gertrude. Da lei tutto si genera, da lei tutto si modifica. La sfida è tra madre e figlio. E’ lei, donna piena di passione, di intelligenza, di forza nel guidare il destino della sua famiglia, che punge suo figlio. E’ lei che turba la sua tranquillità, è con lei che Amleto si confronta, è lei la madre di ogni suo conflitto, la porta sulla coscienza. Guardo al testo dell’Amleto nel suo non detto e non visto, esplorando e immaginando tutto quello che non è stato scritto ma che sappiamo condurre al leggendario dramma shakespeariano. Guardo all’Amleto nel confine tra sogno e realtà, tra il certo e il supposto, in quel dialogo che continuamente mi ispira tra il dentro la vita e il fuori la morte”.

Particolarmente affascinata dalle location, la Guerritore ha dichiarato: “Il progetto dell’Hamlet della Mininno è un’intuizione forte, d’impatto, che racconta di faide familiari, di lotte di potere, strategie, sentimenti ancestrali dai quali solo il protagonista sembra fuggire dilaniato tra la presa di distanza da un contesto violento e la gelosia morbosa nei confronti della madre. È un progetto che può avere una riuscita magnifica. La visione della Mininno trova forza nel territorio e nella grande energia di chi la supporta. Ho visto giovani e professionisti insieme. Ho visto storia e contemporaneità, mi sono divertita moltissimo e nutro grande fiducia nella realizzazione”.

Infine la video arte, curata da Massimo Sgroi, è stata protagonista della serata conclusiva. In particolare i video, provenienti dalla collezione di Ernesto Esposito, di Matthew Barney e di Francesco Vezzoli hanno affascinato la platea.

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