Napoli. Gli anni delle meraviglie: da Piero della Francesca a Pontormo, il tesoro dItalia II. Sabato 20 dicembre Vittorio Sgarbi ha presentato il suo nuovo libro, edito da Bompiani, allIstituto di Cultura Meridionale di Napoli, in via Chiatamone.
Levento è stato introdotto dallavvocato Gennaro Famiglietti, presidente dellIstituto.
Non cè, probabilmente, nella storia umana e nella sua espressione attraverso larte, momento più alto e fervido dinvenzioni di quello che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento, da Piero della Francesca a Pontormo. A Firenze, e non solo a Firenze, ma a Venezia, a Ferrara, nelle Marche, in Sicilia, in Sardegna, in Friuli, in Lombardia, gli artisti danno vita a quello che è stato chiamato, con conferente definizione, Rinascimento.
Anche prima di quegli anni larte era stata sublime, ma Piero della Francesca la arricchisce di una intelligenza che trasforma la pittura in pensiero, in teorema, ben oltre le esigenze devozionali. Davanti alla Flagellazione di Urbino non è più sufficiente liconografia religiosa, e così davanti alla Annunciata di Antonello da Messina, alla Tempesta di Giorgione, allAmor sacro e Amor profano di Tiziano, alla Deposizione di Cristo di Pontormo. Di anno in anno appaiono capolavori sempre più sorprendenti.
Tra 1470 e 1475 la creatività dei pittori e degli scultori raggiunge vette inattingibili; ma sarà così, di quinquennio in quinquennio, fino alla metà del Cinquecento. Sono gli anni di Mantegna, Cosmè Tura, Botticelli, Leonardo, di Raffaello, di Michelangelo, ma anche di Giovanni Bellini, di Lorenzo Lotto, di Tiziano, di Correggio, di Parmigianino. Sono gli anni delle meraviglie, in cui lartista si sfida, in un continuo superarsi.
Il Rinascimento si radicalizza nel Manierismo, e ciò che era ordinato e razionale in Piero, diventa tumultuoso in Pontormo. Uninesauribile potenza espressiva domina il mondo e lo arricchisce liberando ogni genere di fantasia.
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