La Lituania nell’Eurozona batte tutti i “big”

di Gabriella Ronza

Dal primo gennaio l’euro sarà la moneta ufficiale della Lituania. Ultima delle Repubbliche baltiche ad aderire, dopo l’ingresso dell’Estonia (nel 2011) e della Lettonia (nel 2014), la Lituania mostra un debito pubblico inferiore a quello di Francia, Spagna, Germania e Italia, il deficit sotto controllo e un Pil in crescita. Nonostante la crisi, l’eurozona è ancora attraente e i paesi estranei la ritengono un’aerea proficua e positiva. Pur non essendo tra i paesi fondatori, la Lituania ora regge benissimo il confronto con i grandi europei e anzi lo vince.

Secondo il Trattato di Maastricht del 1992 relativo alla creazione dell’Unione economica e monetaria per poter partecipare alla nuova valuta, gli stati membri devono rispettare alcuni criteri, informalmente detti parametri di Maastricht (es. un deficit pari o inferiore al 3% del Pil; un rapporto debito/Pil inferiore al 60% ecc…).

Nel corso degli anni l’Eurozona è stata molto flessibile su tali parametri, basti pensare alla stessa Italia, a cui fu permesso di adottare subito l’euro anche in presenza di un rapporto debito/Pil largamente superiore al 60%.

La Lituania è riuscita a rispettare i parametri di Maastricht e il 16 luglio il Parlamento europeo ha approvato (con 545 voti a favore, 34 astensioni e 116 voti contrari) l’adesione di questa all’Eurozona.

Per rientrare nei parametri, infatti, in questi ultimi anni la Lituania ha attuato un’azione economica che Mario Draghi (presidente della Bce) ha definito “rapida e audace”. Lo stesso poi ha aggiunto che Vilnius “ha dato una efficace lezione a tutti gli altri”.

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