Si è conclusa a Riga, capitale europea della cultura 2014, la 27esima edizione degli European Film Award (Efa), sorta di Oscar alla migliore produzione continentale dellanno.
I nostri colori, trionfatori nella passata edizione grazie al pluripremiato La grande bellezza di Paolo Sorrentino, hanno anche stavolta ben figurato grazie alle opere di due registi emergenti e promettenti. La mafia uccide solo destate di Pif (al secolo Pierfrancesco Diliberto) si è aggiudicato il titolo di miglior commedia, mentre Larte della felicità di Alessandro Rak quello di miglior film danimazione.
Si tratta di due lungometraggi interessanti, che anche in patria hanno ottenuto un ragguardevole consenso di critica e pubblico, ambientati nel Meridione dItalia. Il primo, in Sicilia, racconta con toni lievi, non privi, però, di un accorato e doloroso richiamo alla memoria storica e sociale del nostro paese, la spietata esecuzione del giudice antimafia Rocco Chinnici (un vero eroe contemporaneo) vista attraverso gli occhi innocenti, sgranati, autentici di un eccentrico ragazzino.
Il secondo, invece, segue il percorso esistenziale, nonché lavorativo, di un tassista napoletano impegnato ad attraversare la città partenopea in una notte buia e tempestosa. Il dominatore della manifestazione è stato, senza dubbi, il polacco, trapiantato in Inghilterra, Pawel Pawlikowski, che con il sorprendente Ida guadagna cinque riconoscimenti per il film, la regia, la fotografia, la sceneggiatura e del pubblico. La vicenda, che si svolge nella Polonia comunista degli anni 60, ha come protagonista due donne, molto diverse tra di loro, una ragazza, in procinto di farsi suora, e una sua cugina, più adulta, disinibita e disillusa dalla vita, unite da un terribile segreto e segnate da un doloroso destino. Pawlikowski, con il suo bianco e nero folgorante, incisivo, essenziale a metà tra Bresson e Polanski, mette, così, una seria ipoteca sulla conquista degli altri ambiti trofei della stagione in terra americana, ovvero il Golden Globe e lOscar hollywoodiano quale miglior pellicola in lingua straniera, competizioni nelle quali parte da grande favorito.
Migliori attori il britannico Timothy Spall, già vincitore a Cannes per la sua perfetta immedesimazione nei panni del pittore, suo compatriota, William Turner, genio del pennello vissuto tra i secoli XVIII e XIX, davvero istrionico nel Turner diretto da Mike Leigh, e la francese Marion Cotillard, emozionante eroina proletaria nel realistico Due giorni, una notte dei fratelli belgi Dardenne.