Roma. Magistrati, questure, politici, sedi di Equitalia e prefetture erano gli obiettivi da colpire dall’organizzazione neofascista, smantellata lunedì mattina dai carabinieri del Ros, coordinati dalla procura dell’Aquila.
L’operazione antiterrorismo “Aquila nera” ha condotto alla scoperta dell’associazione clandestina “Avanguardia ordinovista”, ispirata al movimento politico neofascista “Ordine nuovo”, che progettava attacchi nei confronti di obiettivi istituzionali. Quattordici le persone finite in manette, arrestate in varie regioni italiane, mentre 50 sarebbero le perquisizioni messe in atto in Piemonte, Campania, Lombardia e Lazio a carico di persone indagate.
I neofascisti utilizzavano i social network per diffondere le proprie ideologie, istigare all’odio razziale e al proselitismo. Il capo dell’organizzazione, Stefano Manni, 48 anni, di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano nei pressi di Pescara, utilizzava un profilo Facebook sul quale condivideva messaggi volti ad aumentare il disprezzo specialmente nei confronti di persone di colore mentre in un secondo profilo, privato, discuteva dei progetti del gruppo.
Manni, che vanta di essere parente di Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni ‘70 insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito, era uno dei maggiori esponenti di Ordine Nuovo, progettava anche la realizzazione di una vera e propria scuola: la “Scuola Politica Triskele”, per organizzare incontri politico-culturali in varie località italiane.
Le indagini dei militari dell’Arma, avviate nel 2013, hanno portato alla luce contatti tra i neofascisti e gruppi di estrema destra con i quali vi era il progetto di creare un vero e proprio partito politico. In base a quanto riferito da Mario Parente, Comandante Nazionale dei Ros, e dal Procuratore della Repubblica dell’Aquila, Fausto Cardella, “il gruppo avrebbe elaborato un piano volto a mirare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti”.
L’obiettivo dell’associazione clandestina era duplice: “realizzare atti destabilizzanti da compiersi su tutto il territorio nazionale e creare un’opera di intromissione nei posti di potere, tramite regolari elezioni popolari con la presentazione di un “nuovo” partito”.
Tra gli indagati anche Rutilio Sermonti, definito dai Ros “sostegno ideologico alla struttura avendo inoltre redatto un documento denominato Statuto della Repubblica dell’Italia Unita che rappresenta una nuova Costituzione della Repubblica nella quale viene tracciato il nuovo ordine costituzionale della nazione esplicitamente ispirato all’epoca fascista. E incita i sodali del gruppo all’offensiva”.
Gli investigatori hanno confermato che tra i progetti vi era anche quello di assassinare il noto ordinovista, Marco Affatigato, ritenuto “infame” perchè legato ai servizi segreti.