Mosca. L’aumento dei tassi di interesse di 6,5 punti, dal 10,5 al 17%, non ha fermato il crollo del rublo. “La decisione – spiega la direttrice dell’istituto bancario, Elvira Nabiullina – ha l’obiettivo di limitare il considerevole deprezzamento della moneta”.
La Banca centrale russa aveva già ritoccato giovedì il tasso d’un punto: dal 9,5 al 10,5%, vedendo un lieve miglioramento con l’apertura dei mercati, ma martedì mattina, ha visto la sua moneta precipitare perdendo un altro 10% del suo valore su euro e dollaro, raggiungendo nuovi minimi assoluti: 66,14 rubli per un dollaro e 82,67 rubli per un euro.
L’istituto centrale non aveva attuato un cambiamento così evidente sui tassi dal 1998. Perdita del 10% anche per la Borsa di Mosca, mentre il petrolio scende, per la prima volta dal luglio 2009, sotto i 60 dollari al barile. Periodo nero per le banche russe.
Si cerca di evitare l’inflazione, ha dichiarato Nabiullina in una nota indicata come importante. Se resteremo sui livelli attuali- ha aggiunto -intorno ai 60 dollari il barile, la contrazione per il Pil russo nel 2015 potrebbe passare dallattuale zero virgola al 4,5-4,7%, ha avvertito la Banca centrale. Contribuendo ad affondare ancora di più il rublo, che ormai in questo anno terribile ha dimezzato il proprio valore.
Il Cremlino ha deciso di non commentare la decisione della Bank Rossii, che avrebbe cercato fino ad ora di salvare la propria moneta spendendo la riserva pari a 80 miliardi.
Secondo gli analisti, l’economia russa non sarà in grado di sostenere a lungo questo livello di tassi, perché già colpita pesantemente dalle sanzioni occidentali che hanno seguito la guerra in Ucraina, oltre che dallo stesso calo del valore del petrolio e dalla massiccia fuga di capitali, oltre 100 miliardi di dollari.