Se l’attacco alla Sony, presumibilmente da parte della Corea del Nord, aveva come scopo quello di censura “The Interview”, l’effetto è stato quello contrario. La pellicola, prodotta dalla Sony Company, sbanca i botteghini virtuali delle visioni online, incassando in quattro giorni ben 15 milioni di dollari.
La commedia con James Franco, che ha fatto infuriare il regime nordcoreano ed è forse costata alla Sony un devastante attacco informatico, è così riuscita tra il 24 e il 27 dicembre a recuperare oltre un terzo dei 44 milioni di dollari che sono stati spesi per realizzarla, divenendo il film Sony più scaricato dalla Rete. La pellicola, che ruota attorno ad un immaginario complotto della Cia per assassinare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, era stata ritirata dalle sale dalla Sony per le minacce ricevute dopo l’attacco degli hacker dello scorso novembre.
Poco prima della originaria data di uscita, fissata per il giorno di Natale, e anche a seguito delle critiche subite dal presidente Usa, Barack Obama, la Sony era tornata sui propri passi annunciando la proiezione del film in un numero limitato di sale, affiancata dalla diffusione online. Il film è scaricabile negli Stati Uniti e in Canada attraverso i servizi Google YouTube e Play, Xbox Video di Microsoft e il sito ufficiale della pellicola. Il costo del noleggio è di 5,99 dollari,mentre è possibile acquistare il film per 14,99 dollari. Secondo l’indagine dell’Fbi, dietro l’attacco degli hacker ai sistemi informatici della Sony ci sarebbe il regime di Pyongyang.
La Nordcorea ha negato qualsiasi coinvolgimento. Intanto la Corea del Nord ha criticato aspramente l’uscita del film satirico in una nota in cui il presidente Barack Obama viene paragonato a una “scimmia nella giungla” per la sua “sconsideratezza”. La Commissione nazionale di difesa (Ndc) accusa gli Usa per un film che viene definito “disonesto e reazionario che ferisce la dignità della guida suprema della Repubblica democratica popolare di Corea e istiga il terrorismo”. Il comunicato di Pyongyang accusa inoltre Washington di aver privato la Corea del Nord delle sue connessioni Internet e di aver “collegato, senza fondamento, l’attacco di pirati informatici contro la Sony Pictures Entertainment alla Corea del Nord”.
La Corea del Nord ha negato di essere l’autrice delle minacce online ricevute dalla Sony attraverso un cyberattacco – che inizialmente hanno indotto la compagnia produttrice a ritirare dai cinema il film “The Interview”, fortemente satirico nei confronti del leader Kim Jong-un dai cinema -, ma le ha definite una “azione sacrosanta”. Quanto a Obama, viene additato da Pyongyang come “il vero colpevole per aver forzato la Sony a distribuire la pellicola indiscriminatamente”, con un paragone dal sapore razzista: “Obama diventa sempre sconsiderato in parole e azioni come una scimmia nella foresta tropicale”.