Roma. Sarebbe responsabile di traffico di denaro all’estero, Gianni Alemanno, che grazie all’accesso al varco riservato in aeroporto, avrebbe condotto grandi quantità di soldi in Sudamerica.
Sono le intercettazioni a fare luce sul caso Mafia Capitale, svelando nuovi risvolti della gestione di denaro da parte dell’ex primo cittadino. È una conversazione tra tre indagati: Luca Odevaine, ex vice capo gabinetto di Veltroni e fino a martedì scorso, giorno dell’arresto, componente del coordinamento per i rifugiati del Viminale; Mario Schina, ex responsabile del Decoro urbano del Comune di Roma e Sandro Coltellacci, dirigente di una cooperativa; a svelare nuovi particolari sulla vicenda.
“Abita qua, dentro a ‘sto palazzo- dice Odevaine -che fijo de ‘na mignotta… ha litigato con Alemanno. Per soldi se sò scannati… ma sai che Alemanno si è portato via… ha fatto quattro viaggi, lui ed il figlio con le valigie piene di soldi in Argentina, se sò portati… con le valigie piene de contanti… ma te sembra normale che un sindaco…”. Il segnale si perde per qualche istante, poi si sente la stessa voce che dice: “Me l’ha detto questo della Polaria”. Schina, incuriosito, chiede: “E nessuno lo ha controllato?”. “È passato al varco riservato… un attore per me…”. Coltellacci: “Io pensavo che i soldi se li portava via tutti lui… sembrava che il sindaco non toccasse… invece ‘a toccati… però che il sindaco… due e tre… Panzironi dieci, penso che gli equilibri erano quelli”.
Queste le confidenze scambiate tra i tre, la mattina del 31 gennaio scorso, intorno alle 11.35. Odevaine si riferisce a qualcuno che abita nello stesso palazzo in cui ha sede la sua fondazione, ma non fa nomi. Poi aggiunge: A un certo punto deve essere successo un casino, perché ad un certo punto ad Alemanno gli hanno fatto un furto a casa. Cercavano qualche pezzo de carta, credo che hanno litigato perché lui ha pensato che ce li ha mandati questo”.
“Si tratta di una millanteria totalmente infondata -nega Alemanno -Non ho portato mai soldi all’estero, tantomeno in Argentina. Io sono l’unico sindaco di Roma che al termine del suo mandato è più povero di quando ha cominciato, perché ho dovuto vendere una casa e aprire un mutuo per pagare i debiti della campagna elettorale”.
Riferendosi ad un viaggio in Argentina, aggiunge: “Ci sono andato per pochi giorni con la mia famiglia e un folto gruppo di amici a Capodanno 2011-2012 per andare a vedere i ghiacciai della Patagonia. Ci sono amici che possono confermare”.
In merito al furto invece dichiara: “È avvenuto ad ottobre 2013 e basta aprire Google per constatare che è stato ampiamente pubblicizzato”. Infine, parlando della conoscenza con Carminati, ha sottolineato: Mai conosciuto Carminati, e un anno e mezzo fa, avendo letto articoli di stampa, avevo messo in guardia i miei collaboratori: loro mi hanno giurato che non avevano a che fare con lui. Carminati è più Banda della Magliana che politica, e io non l’ho mai conosciuto, non ho mai avuto a che fare con lui. Che era in circolazione ancora l’ho letto sull’Espresso”.
Intanto, la Procura di Roma afferma: Non ci sono riscontri di trasferimenti di soldi da parte di Gianni Alemanno all’estero”.