Roma. “Oggi è possibile un percorso di coinvolgimento di quella parte” del Movimento 5 stelle “che non ritiene più il blog come la bussola propria”.
A dirlo è Matteo Renzi alla Direzione del Pd, ribadendo che “il Partito democratico è il partito che ha fatto saltare Beppe Grillo“. Il premier parla poi della legge elettorale: “Non c’è alcuna ragione per ritardare. La proposta di Berlusconi di scegliere prima il prossimo Capo dello Stato va restituita al mittente. Questo tentativo sarebbe inaccettabile”. E chiede un voto sulle riforme, ottenendo due no al suo ordine del giorno, mentre la minoranza Pd non partecipa al voto.
Renzi analizza il voto alle ultime regionali e commenta l’allarme astensionismo rilanciato da alcuni suoi compagni di partito. “Se avanza una nuova destra che gioca la carta dell’immigrazione in modo spregiudicato forse è perché nelle periferie possiamo e dobbiamo fare di più. Il Pd non deve sottovalutare la nuova destra e guardarla negli occhi su un terreno da sempre scivoloso per la sinistra, come l’immigrazione, su cui noi abbiamo visione opposta”.
Poi spiega che l’astensionismo in Emilia Romagna non deriva dalla disaffezione per il Jobs act: “E’ una lettura superficiale, parziale e discutibile”. “Certo, hanno votato meno persone, questo quindi vuol dire che dobbiamo fermarci sul percorso delle riforme? Voglio il voto della direzione su questo, voglio capire se la direzione del Pd è convinta, come me, che le riforme vadano accelerate non ritardate”.
Il Pd, rivendica il premier, “ha raccolto risultati significativi. Il risultato è molto positivo in Emilia Romagna, siamo a metà tra le regionali e le europee, è il segno che non era un consenso legato a una persona ma a una esperienza, che il Pd può portare l’Italia fuori dalle sabbie mobili”.
Dopo Renzi intervengono gli esponenti della minoranza Pd, a cominciare da Gianni Cuperlo. “Cito dal dizionario una definizione puntuale di ‘fare le pulci'”, formula che ‘equivale a cercare accanitamente difetti ed errori di qualcuno con spirito malevolo e pignolo’. Non è questo il punto” dice. E aggiunge: “Non mi convince l’idea che il divorzio dalle urne di un numero così alto di elettori sia un accidente secondario”, “un errore” il contrapporre “l’esercizio del potere” ai sindacati.