Roma. Un gesto disperato quello del vigilante che si è tolto la vita, la scorsa notte, nei bagni della stazione metropolitana Barberini, a Roma.
Si è sparato un colpo di pistola alla testa, il 42enne Ivan de Vitis, guardia giurata presso la Città di Roma Metronotte cooperativa. Era esasperato dalla paura di essere licenziato, ad alcuni colleghi aveva detto Se perdo il lavoro è la fine, sono disperato.
La possibilità di licenziamento nasceva dal fatto che sullistituto Città di Roma Metronotte pende uninterdittiva antimafia emessa lo scorso 16 ottobre, la cui richiesta di annullamento verrà discussa al Tar tra 20 giorni.
È irresponsabile non aver attivato la procedura di cambio appalto per salvaguardare i lavoratori, ha detto Mauro Brinati, segretario Fisascat-Cisl Lazio.
Il vigilante aveva preso servizio alle 23 di sabato sera, mentre il suo cadavere è stato rinvenuto alle 6 da un’operatrice dell’Atac, che si sarebbe accorta del sangue che fuoriusciva dalla porta dei servizi igienici. In base a quanto riferito da alcuni colleghi, l’uomo era supino con la pistola d’ordinanza sotto il corpo.
Secondo una prima ricostruzione sembrerebbe che de Vitis si sia sparato un colpo al mento che avrebbe raggiunto il cranio, oltrepassandolo. Due le lettere che spiegherebbero il suicidio: una indirizzata al fratello, l’altra era nella tasca dei pantaloni dell’uomo.
Intervenuti sul posto, gli agenti del commissariato Castro Pretorio e i Vigili del fuoco che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.