Roma. Durante gli scavi per la realizzazione della fermata San Giovanni della metro C, a Roma, è stato rinveuto un grande bacino idrico.
Appartenente alla Roma antica, il ritrovamento ha condotto alla sospensione dei lavori. E’ il più grande bacino idrico mai ritrovato- ha dichiarato Rossella Rea, responsabile scientifico degli scavi archeologici- Si trova all’interno di un’azienda agricola della Roma imperiale, la più vicina al centro della città che sia mai stata ritrovata. E’ una vasca così grande che supera il perimetro del cantiere e non è stato possibile scoprirla interamente”.
In base a quanto dichiarato dall’esperta, sembrerebbe che la grandezza del bacino permettesse di contenere 4 milioni di litri d’acqua. Sul posto anche le archeologhe Francesca Montella e Simona Morretta, che avrebbero constatato, che la conca rinvenuta era foderata di coccio pesto idraulico. È probabile che sia stato costruito con dimensioni così ampie per avere la funzione di riserva d’acqua a servizio delle coltivazioni ed essere utilizzato come vasca di compensazione per far fronte alle piene del vicino fiume.
“Le informazioni storiche sul settore di San Giovanni erano molto scarse; del resto, il territorio ha subito trasformazioni tali da nascondere sotto metri di terreno le strutture repubblicane e imperiali esistenti fino alla fine del III secolo, quando la realizzazione delle Mura Aureliane prima, e l’urbanizzazione del XX secolo dopo, portano alla definitiva obliterazione di ogni volume- ha dichiarato Rea -Lo scavo della nuova stazione metropolitana ha consentito di spingere la ricerca archeologica a profondità non altrimenti raggiungibili. Un’opportunità di ritrovare la storia del territorio e dell’uomo, attivo nell’area dalla fine del VIIsecolo a. C., quando inizia a occupare le sponde di un corso d’acqua a fondovalle, e percorre con carri un primo tracciato viario in terra battuta”.
Infine, l’archeologa ha aggiunto: Oltre le pareti del cantiere, la vasca si estende verso le Mura, dove probabilmente si conserva, e in direzione di piazzale Appio, nell’area interessata dalla stazione della Linea A dove, invece, è stata sicuramente intercettata e distrutta senza che ne fosse documentata l’esistenza”.
Intervenuta sul luogo la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, che grazie alla collaborazione della Cooperativa Archeologia, è riuscita a scendere sotto 20 metri di profondità, riportando alla luce realtà e testimonianze di un’organizzazione umana completamente differente daquella attuale.