Palermo. Sei persone sono finite in manette per un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Nicola Aiello, su richiesta della Procura di Palermo.
Tre farmacisti, il titolare di una parafarmacia, un dipendente dell’Azienda sanitaria e una sesta persona che faceva da corriere sono accusati, a vario titolo, di concorso in falso, accesso abusivo al sistema informatico e truffa aggravata al Servizio Sanitario.
Gli indagati sarebbero responsabili dell’alterazione di autorizzazioni emesse dall’Azienda sanitaria per la distribuzione di prodotti per celiaci e materiale per incontinenti dai quali traevano profitto illecito. L’inchiesta Farmagate, avviata dai militari dell’Arma nel 2013, ha condotto alla scoperta delle varie fasi della truffa, in particolare l’assegnazione di pannoloni a pazienti morti o inesistenti che venivano poi rivenduti dai farmacisti. Medesima pratica avveniva anche con prodotti per pazienti che non possono ingerire glutine.
La truffa ai danni del Ssn, Servizio sanitario nazionale, ammonta a 200mila euro, somma certificata dalle fatture esaminate dai carabinieri, ma potrebbe raggiungere anche un milione di euro alla fine degli accertamenti.
Il procuratore aggiunto Dino Petralia ha dichiarato: “Il capo dimputazione è molto cospicuo e ammonta a 70 pagine. Tantissimi gli episodi riscontrati con un lavoro certosino dei carabinieri. Le indagini dimostrano che i controlli nel Servizio sanitario nazionale sono pochi e ci sono tante possibilità di infiltrarsi nelle maglie delle procedure per i rimborsi.
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L’organizzazione criminale era composta dal 55enne Giuseppe Pepe, socio accomandatario della farmacia Trossarelli; il 66enne Gaetano Sirchia, titolare della farmacia Del Vespro; il 74enne Diego Genovese, anch’egli proprietario di una farmacia; il 38enne Andrea Lo Iacono, titolare di una parafarmacia; Pietro Li Sacchi, 41 anni, funzionario dellufficio H del Dipartimento di riabilitazione con sede allinterno dellospedale Guadagna; e Giuseppe Vallino di 44 anni.
I carabinieri sono riusciti a portare a termine le indagini grazie all’ausilio di telecamere poste nell’ufficio di Li Sacchi. Oltre all’assegnazione dei prodotti a persone defunte, le autorizzazioni venivano attribuite anche ad anziani emigrati all’estero o a persone sane, che una volta convocate dagli inquirenti, hanno chiarito di non avere nessuna malattia e di non aver mai usufruito dei permessiin questione.