Senza una gamba e accompagnamento, l’appello di Montanino

di Antonio Arduino

Aversa – Nasce in carcere, per un errore giovanile, a 19 anni perde la gamba destra, ancora un errore e va in carcere, un marchio che gli impedisce di trovare un lavoro onesto, così è costretto ad arrangiarsi ma ad un certo punto arriva la fede.

Il merito, dice, è dei genitori adottivi che gli lasciano in eredità una abitazione, al quarto piano, nelle palazzine Unra Casas. E con la fede arriva un cambio nel modo di essere che gli impone di comportarsi onestamente cercando di sopravvivere, con la moglie e quattro figli, tutti disoccupati, grazie alla pensione di 290 euro mensili che percepisce come invalido civile e all’assegno di accompagnamento ottenuto nel 2008 dall’Inps dopo aver difeso i suoi diritti in tribunale.

Poi, nel 2011, un visita di revisione cancella l’assegno di accompagnamento e lo mette in crisi: continuare ad essere onesto o dover tornare a vivere di espedienti?

Questa, in sintesi, la storia di Nicola Montanino.

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Redazione
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