Castel Volturno – Si sono finte “lucciole”, due giovani consigliere comunali di Castel Volturno (Caserta) per denunciare, insieme al sindaco Dimitri Russo, l’abbandono dello Stato per un’area caratterizzata da prostituzione, criminalità, degrado ambientale, sociale.
Anastasia Petrella e Stefania Sangermano, indossando abiti succinti, hanno attirato clienti lungo la statale Domitiana, luogo altamente frequentato da prostitute. Mentre era in corso la contrattazione arrivava improvvisamente il primo cittadino, con tanto di fascia tricolore, per consegnare ai clienti un depliant per fare, dopo il rapporto, la raccolta differenziata.
Un’iniziativa, battezzata “#siamosoli”, immortalata con filmati e foto di Eliano Imperato dell’agenzia “Controluce”.
Ecco la nota inviata dall’amministrazione comunale:
Domitiana. Questo è il porto, il porto senza mare, da cui nessuno parte, dove tutto è sempre uguale.
Passiamo, assuefatti dall’abitudine, e non riusciamo più a vedere al di là dei tacchi e delle gonne. Dramma e disagio s’incrociano terribilmente. Non c’è solo chi offre il proprio corpo per scelta o costrizione, qui c’è gente che vive, abbandonata, dimenticata, rassegnata, ai margini del marciapiede più trafficato d’Italia, nella città più contraddittoria del mondo. Gonne perenni, tanto quanto la collera per non poter fare niente. Qui giovani e anziani trovano terreno fertile per i propri bisogni. L’offerta è vasta e ampia, e nessuno fa differenza. Tutte prostitute, tutte. Anche chi è alla fermata dell’autobus, come le studentesse, sono prostitute.
Qui lo Stato resta assente. Le regole non valgono, perché da queste parti le regole sono quelle della domanda e dell’offerta, sempre ampia e variegata. Così gli occhi assuefatti hanno abboccato. Due Consigliere comunali, Anastasia Petrella e Stefania Sangermano, col Sindaco Dimitri Russo pronto a intervenire, si sono finte prostitute e hanno abbordato almeno quindici clienti in un’ora e mezza. L’hanno fatto con coraggio, provando vergogna, ma fiere di difendere il loro paese dalla solitudine e dal silenzio. Nessuno le ha riconosciute. Nessuno ha chiesto loro “Chi sei? Da dove vieni?”. Per tutti, l’unico contatto era il “contratto” per la prestazione: “Quanto prendi?”. Perché qui si paga il servizio e del resto non importa a nessuno.
Perché lo Stato, in questa terra, non è nessuno.
Questo il racconto, la provocazione, lo schiaffo alle Istituzioni perché, finalmente, ci vedano e si ricordino di questo territorio abbandonato. La determinazione di chi rappresenta il popolo e sceglie, senza indugio, di abbassare la propria dignità al minimo, per dimostrare che a difendere queste strade c’è ancora gente che ci mette la faccia, il corpo e non ha paura. Che non fa finta di non vedere, che non si gira dall’altro lato.
Loro, i clienti, non c’entrano. Restano il sintomo della malattia.
Per parlare con loro abbiamo scelto la raccolta differenziata.
Tra i rifiuti, gli ultimi non fanno scena.
#siamosoli