Torre Annunziata (Napoli) – 14 persone ritenute legate al clan camorristico dei Gionta sono state arrestate dai carabinieri a Torre Annunziata. E’ accaduto nel giorno in cui è stato 55 famiglie sono state sgomberate da Palazzo Fienga, ritenuto il “fortino del clan”.
I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli, per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata da finalità mafiose, dall’aver agito in vari Stati, dalla disponibilità di armi e dall’impiego di un minorenne.
Durante le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, è stata ricostruita l’attività delle piazze di spaccio di Torre Annunziata e Boscoreale (Napoli) da parte dell’organizzazione camorristica.
Nell’ambito delle stesse indagini erano state già arrestate 30 persone, tra le quali alcuni presunti affiliati e altri ritenuti contigui allo stesso clan, accusate dagli investigatori di importare cocaina, hashish e marijuana dall’Olanda.
Tutti gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di stupefacenti con le aggravanti del metodo transnazionale e mafioso. Le indagini, avviate nel maggio 2010 e conclusesi nel luglio 2013, già in passato avevano portato altri arresti che avevano indebolito le fila del clan Gionta.
Il vigile urbano – C’è anche un vigile urbano inserito nell’organico della polizia municipale di Torre Annunziata tra le 14 persone raggiunte oggi da un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea ed eseguita dai carabinieri del nucleo operativo torrese. Si tratta di Luigi Ercolano che, secondo le risultanze investigative dei militari dell’Arma, deteneva in casa la droga che di volta in volta veniva prelevata dagli affiliati al clan Gionta e immesse nelle piazze di spaccio di Torre Annunziata. Droga, in particolare cocaina e hashish, che giunge in città dall’Olanda.
Le piazze di spaccio – Tre le piazze di spaccio disarticolate: quelle di largo Grazie e largo Genzano, gestite da Mariarca Muscerino (consorte di Antonio Guardò, finito in manette in una precedente operazione) e largo Apeca, dove – a differenza delle prime due – la cessione della droga non avveniva all’aperto ma in un’abitazione. Tra gli arrestati anche Francesco Marciano, 27 anni, figlio del cantante neomelodico Ciro “Tony”, già finito in carcere in un altro filone della stessa attività d’indagine.
Sfrattato Palazzo Fienga, insulti alle forze dell’ordine – Durante lo sfratto degli occupanti di palazzo Fienga, ritenuta storica roccaforte del clan Gionta, sodalizio criminale operante nella città oplontina, non sono mancati momenti di tensione, con alcune persone che hanno urlato frasi ingiuriose nei confronti di chi ha eseguito lo sgombero. Sul posto anche operai che hanno eliminato alcune cancellate di finestre realizzate abusivamente. A dispetto delle previsioni, rispetto alle quasi cinquanta famiglie che si riteneva di dover allontanare, tecnici e forze dell’ordine schierate sul posto sin dalle prime luci dell’alba hanno invece avuto il compito di sgomberare solo sette nuclei. Gli altri, da ciò che si apprende, si sarebbero allontanati spontaneamente. Anche i quattro minibus messi a disposizione per le operazioni dal Comune al momento non sono stati utilizzati, visto che le persone rimaste nell’immobile hanno deciso che si recheranno altrove con mezzi propri.