Isis, 13 ragazzi uccisi per aver visto partita di calcio: “Violata sharia”

di Stefania Arpaia

Mosul – Avevano visto una partita di calcio in tv e per questo meritavano una punizione. La decisione è stata presa dall’Isis che ha trucidato 13 ragazzini iracheni, uccisi in pubblico.

I giovanissimi si erano riuniti per tifare la loro nazionale di calcio che giocava contro la Giordania nella Coppa d’Asia, in corso in Australia.

Secondo i jihadisti, i giovani vedendo il match hanno violato la sharia e per questo meritavano la morte. I loro corpi, dopo essere stati massacrati dai miliziani, sono stati lasciati per terra come un trofeo in esposizione. I genitori delle vittime non hanno potuto recuperare i corpi dei ragazzi per timore di essere uccisi.

La notizia è stata diffusa sul sito web di un gruppo di attivisti dal nome “Raqqa is being slaughtered silently”, che hanno testimoniato l’orrore. I delitti sarebbero avvenuti a Mosul, nel quartiere di al-Yarmuk, lo scorso 12 gennaio. 

In base a quanto riferito dal sito online, sembrerebbe che i terroristi avrebbero annunciato l’imminente uccisione con un megafono per punire il “crimine” commesso dai ragazzini.

I delitti sarebbero avvenuti pochi giorni dopo la morte di due uomini, accusati di omosessualità e per questo lanciati dall’alto di una torre della città.

Intanto, si teme per la vita dei due ostaggi nipponici, Haruna Yukawa e Kenji Gotoper, per i quali i jihadisti hanno chiesto in un video ultimatum un riscatto di 200 milioni di euro. “Avete ora 72 ore per premere sul vostro governo perché compia la decisione saggia di pagare 200 milioni di dollari per salvare le vite di due cittadini”, afferma il miliziano vestito di nero e con in mano un coltello.

Il Giappone però non sembra disposto a cedere al ricatto. “La linea del nostro Paese, contribuire alla lotta contro il terrorismo senza cedimenti, resta immutata”, ha riferito il portavoce dell’esecutivo, Yoshihide Suga, in una conferenza stampa a Tokyo. 

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Redazione
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