Le parole per lui sono importanti. E lo dimostra ogni giorno con i testi delle sue canzoni, cariche di emozioni e meraviglia. Ed il suo nuovo progetto musicale, “Parole in circolo”, uscito il 13 gennaio, ne è un chiaro esempio.
Tanto che Marco Mengoni lo racconta così a Radio Italia: “Tutti i dischi sono l’esatta fotografia di un momento dell’artista. Infatti, in fondo, Parole in circolo non mi rappresenta già più. In Italia ci sono tanti pregiudizi e paure, sintomo di una società debole. Andrea Rosi, il presidente della mia casa discografica, è stato un grande: io ho proposto l’idea di aprire questo nuovo progetto e di non chiuderlo e lui mi ha dato carta bianca, ha detto sì, una decisione non facile in un momento di crisi come questo. Parole che Mengoni ha voluto tenere solo per se, senza concedersi mai alla brezza di un duetto, genere assente nel suo ultimo progetto musicale.
Perché come spiega il cantante, “Per me duettare è difficile, quasi come fare l’amore: significa donare la propria intimità a un’altra persona, quindi non mi viene così facile. Stimo molto Elisa come persona e artista: quando beviamo e mangiamo insieme a cena ci divertiamo, quando siamo in studio per lavorare lei invece è giustamente un maresciallo. Qualcosa forse arriverà, per ora ci stiamo conoscendo musicalmente”.
E le parole, colme e cariche di significato, pesate e pensate a lungo prima di essere messe l’una dietro l’altra ed essere forma per i suoi testi, hanno subito un lungo processo: “Se l’album esce dopo due anni c’è un motivo. Ho pesato molto i testi. Io non sono un filosofo, nè un oratore o un poeta. Però come diceva un regista: ‘le parole sono importanti’ e bisogna dargli la giusta attenzione; siamo comunicatori, seguiti da tantissime persone, dobbiamo stare ancora più allerta e mi prendo le responsabilità di tutti i messaggi che lancio”. A proposito del prossimo tour: “Quest’anno andiamo nei palazzetti, ho un’ansia pazzesca perchè non ci torno da tre anni e, dopo la tournée nei teatri, devo tornare nelle location più grandi in cui non mi sento molto a mio agio: richiedono una preparazione differente e hanno un palco diverso che consente meno dialogo con il pubblico; forse l’hanno fatto apposta perchè nell’altro tour ho parlato troppo – ironizza e aggiunge – Ho chiesto personalmente di fare poche date e sono rimasto allibito dalla necessità di aprire, a grande richiesta, una seconda tappa a Milano perchè il Mediolanum Forum di Assago non è piccolo: d’altra parte ci giocano a pallavolo, a basket e pure a tennis”, scherza ma poi torna subito serio: “È sicuro che ci sarà una seconda tournée”.