Roma – Alle 10.35 di mercoledì 14 gennaio Giorgio Napolitano ha firmato le dimissioni dalla carica di presidente della Repubblica, terminando il mandato più lungo e l’unico bis della storia repubblicana italiana.
La lettera è stata consegnata dal segretario generale del Quirinale, Donato Marra, ai presidenti delle Camere, Boldrini e Grasso, e al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il capo dello Stato uscente è atteso nel cortile del Palazzo per il commiato dal picchetto d’onore.
“Certo che sono contento di tornare a casa!”, aveva detto ieri ad una bambina che a piazza del Quirinale gli aveva chiesto se non gli dispiacesse un po’ lasciare un così bel palazzo. L’ormai ex presidente non ha mai nascosto il peso dell’età e le difficoltà crescenti a portare avanti i gravosi compiti richiesti dalla guida del Quirinale e spiega con semplicità che al palazzo dei papi “sì, si sta bene, è tutto molto bello ma si sta troppo chiusi, si esce poco”.
“Quasi una prigione”, aveva aggiunto, forse pensando alla sua amatissima casa al rione Monti dove rientrerà finalmente dopo quasi nove anni passati al Colle. E a Monti, a pochi passi dal Quirinale, sarà festa per il rientro del vicino illustre.
Il segretario generale del Quirinale, intanto, ha consegnato, a Palazzo Giustiniani, la lettera di dimissioni di Napolitano al presidente del Senato, Piero Grasso, che da questo momento riceve la supplenza, sostituito a sua volta alla presidenza di Palazzo Madama dalla senatrice del Pd Valeria Fedeli.
Il premier Renzi ha commentato con un tweet le dimissioni di Napolitano: “#GraziePresidente”.
In una nota congiunta, i capigruppo dell’M5S alla Camera e al Senato, Andrea Cecconi e Alberto Airola, hanno invitato Napolitano, “uno dei peggiori presidenti della Repubblica”, a rinunciare alla carica di senatore a vita: “Salutiamo il presidente Napolitano, che ha giustamente dato le dimissioni dopo essere stato costretto dai partiti a risalire sulla sua poltrona, e lo invitiamo a essere coerente col processo di riforme che tanto ha sponsorizzato e a rinunciare quindi alla carica di senatore a vita. Abbiamo più volte denunciato il suo interventismo politico decisamente poco super partes e di contro lui non ha mai nascosto la sua palese ostilità nei confronti del Movimento 5 Stelle. Dalle intercettazioni della trattativa Stato-mafia a tutte le leggi che ha firmato, alcune delle quali risultate poi incostituzionali, Napolitano non è stato il garante che la Costituzione aveva previsto. Per questo non lo rimpiangeremo”.