Washington – Barack Obama torna alla ribalta, sicuro di sè, conquistando il 50% di popolarità, come nel 2013.
Interrotto da svariati applausi, il suo discorso al Congresso sembra aver riscosso successo, ribaltando i giochi elettorali e lanciando una nuova speranza per i democratici che sembravano ormai prossimi all’abbandono della Casa Bianca.
Vari i temi trattati, dalla situazione in Medioriente alla questione economica del Paese americano. Il Presidente, rivolgendosi ai senatori, deputati, membri del governo, capi delle Forze armate, giudici della corte costituzionale, diplomatici, invitati speciali e ai 40 milioni di americani che hanno ascoltato il discorso, trasmesso a reti unificate, ha aperto un “nuovo” capitolo della storia del Paese, dichiarando: “L’America volta pagina”.
Gli States si preparano, in base a quanto riferito da Obama, a grandi cambiamenti, in primis sul piano economico con l’intenzione di poter introdurre un aumento delle tasse dal 23,8 al 28% per le classi ricche che guadagnano più di mezzo milione di dollari l’anno, eliminando trucchi che permettono di evitare il pagamento delle tasse di successione, in modo da eliminare il divario economico che affligge il Paese.
“E’ una stangata”, ha polemizzato la destra, che non si è mostrata particolarmente propensa alla proposta del Presidente che ha dichiarato: “Vogliamo forse una economia che permetta soltanto a pochi di arricchirsi in modo spettacolare? O vogliamo impegnarci a realizzare un modello economico che porti ad aumenti generalizzati di reddito e dà opportunità a chiunque faccia uno sforzo?”
In progetto anche l’idea di introdurre sconti fiscali per le famiglie che lavorano, l’introduzione di una deduzione di 3mila dollari l’anno per ogni figlio, e l’intenzione di rendere l’università pubblica gratuita per una particolare fascia di studenti.
Affrontata anche la problematica dell’Isis: “Chiedo al Congresso di approvare una risoluzione che autorizzi l’uso della forza contro l’Isis- ha detto Obama -In Iraq e in Siria la leadership degli Stati Uniti e il suo potere militare stanno fermando l’avanzata dell’Isis. Invece di essere trascinati in una nuova guerra sul terreno, stiamo guidando una ampia coalizione, di cui fanno parte anche nazioni arabe, con l’obiettivo di indebolire e poi distruggere il gruppo terrorista. Stiamo anche appoggiando l’opposizione moderata in Siria e aiutando chiunque nel mondo si ribelli alla fallimentare ideologia della violenza estremista. Questo sforzo richiederà tempo e concentrazione, ma avrà successo”.
Ha poi proseguito il discorso, puntando principalmente ad un unico obiettivo, quello dell’uguaglianza: “Questi primi 15 anni del nuovo secolo sono cominciati con un attacco terroristico sulle nostre coste, sono proseguiti con due guerre lunghe e costose, e siamo stati colpiti da una terribile recessione. Ma stasera voltiamo pagina: grazie a un’economia in crescita siamo più liberi di qualsiasi altra nazione al mondo di scegliere il nostro futuro e stabilire che cosa vogliamo diventare nei prossimi 15 anni, e poi nei decenni futuri. L’ombra della crisi è passata e lo stato del paese è forte: come dimostrano gli 11 milioni di posti di lavoro in più e i numeri record di universitari o di cittadini coperti dall’assicurazione medica”.
Manifestata anche la volontà di migliorare la difesa del terrorismo informatico. Riferendosi agli incidenti razziali di Ferguson e New York ha dichiarato la necessità di una riforma della legge penale in modo da proteggere sia i poliziotti che le vittime innocenti. Infine ha aggiunto la priorità di frenare il cambiamento climatico; di voler chiudere il carcere di Guantanamo e voler aumentare il salario minimo.